Fini «attendista»: vedremo in Parlamento
Per i finiani il giudizio ora è «prematuro»: prima è necessario capire chi è colpito
ROMA - Attendista. I suoi uomini più fidati lo descrivono così, «cauto e attendista», di fronte alla manovra economica. Per analizzare i contenuti del decreto Gianfranco Fini aveva incontrato ieri Mario Baldassarri. Stamane un nuovo incontro con il Presidente della Commissione Finanze del Senato, per studiare la situazione a poche ore dal consiglio dei ministri che dovrà dare il via libera al provvedimento.
«ATTENDO LE CARTE» - Raccontano fonti vicine a Fini che l'ex leader di An abbia mostrato cautela e un pizzico di scetticismo, in particolare per il capitolo tagli su enti locali e le misure che andranno a incidere sugli statali. «Ora però attendo di vedere le carte», avrebbe spiegato. Perché un conto è quanto gli ha prospettato Giulio Tremonti nei numerosi colloqui telefonici avuti, altro è comprendere dove e come la manovra andrà realmente a incidere. Insomma, spiega un parlamentare, «oggi è prematuro dare valutazioni, in un senso e nell'altro: aspetteremo che la manovra sia trasmessa al Parlamento». Lì i finiani valuteranno eventuali richieste di correzioni, modifiche o emendamenti, spiega un deputato vicino all'ex leader di An.
LE TABELLE - Ma già ieri, nella Consulta del Pdl, gli esponenti vicini a Fini hanno insistito sulle quantificazioni delle misure previste: sia per la reale efficacia ai fini della correzione dei conti, sia per capire in che misura i vari comparti e le diverse fasce sociali vengono chiamate ai «sacrifici». Tremonti si è impegnato a portare tabelle più dettagliate in Cdm, ma non è detto che la «verifica» si fermi a palazzo Chigi. Alla Camera, infatti, il primo ufficio che vedrà la manovra è il Servizio Bilancio, che proprio sulle quantificazioni punta in particolare l'attenzione.
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