4 maggio 2024
Aggiornato 06:00
Disoccupazione: 8,6%, record dal 2004

Il Pil nel 2009 crolla del 5%, dato peggiore dal 1971

Rivisto al ribasso il dato 2008 e 2007. Migliora a febbraio il fabbisogno del tesoro che cala a 13 miliardi

ROMA - Nel 2009 il prodotto interno lordo dell'Italia è crollato del 5%, il dato peggiore dal 1971 (inizio della sede storica). Lo comunica l'Istat nei «conti economici nazionali». L'Istituto, inoltre, ha rivisto al ribasso il Pil del 2008 che cala dell'1,3% rispetto al -1% precedentemente comunicato. Rivisto in peggio anche il dato del 2007: il Pil è cresciuto dell'1,5% rispetto al +1,6% precedentemente comunicato.

CONTI PUBBLICI - Nel 2009 il rapporto deficit-Pil schizza al 5,3% (era al 2,7% nel 2008). In valore assoluto l'indebitamento netto è aumentato di circa 38.200 milioni di euro, attestandosi sul livello di 80.800 milioni di euro. Lo comunica l'Istat spiegando che nel 2009, per la prima volta dal 1991, il saldo primario (indebitamento netto al netto della spesa per interessi) è risultato negativo: pari allo 0,6% del Pil, inferiore di oltre 3 punti rispetto al livello positivo raggiunti nel 2008 (2,5%).

MIGLIORA IL FABBISOGNO NEL 2010 - Migliora di 1 miliardo di euro il fabbisogno del settore statale di febbraio, collocandosi a 13 miliardi rispetto ai 14,059 miliardi di febbraio 2009. E' quanto comunica il Tesoro in via provvisoria. Nei nei primi due mesi del 2010 si è registrato complessivamente un fabbisogno di circa 8,8 miliardi, minore per circa 6,7 miliardi di quello dello stesso periodo del 2009, pari a 15,531 miliardi.
Il miglioramento del saldo del mese di febbraio, rispetto allo stesso mese del 2009, spiega il ministero, «è da attribuirsi ad una contenuta dinamica della spesa pubblica».
Per quanto riguarda gli incassi, si registra nel complesso una buona tenuta del gettito fiscale che, confermando l'andamento dello scorso mese di gennaio, ha beneficiato del maggiore rigore in materia di compensazioni Iva, in applicazione delle nuove procedure disciplinate dall'articolo 10 del Decreto 78/2009, convertito in legge 102/2009».

DISOCCUPAZIONE - A gennaio è la disoccupazione è giunta all'8,6%, in crescita dall'8,5% dello scorso dicembre. Il numero delle persone in cerca di occupazione a gennaio è risultata pari a 2.144.000. Lo comunica l'Istat sulla base dei dati provvisori e destagionalizzati, sottolineando che è il dato peggiore da gennaio 2004, inizio delle serie storiche, quando era stato rilevato all'8,3%.

FISCO - La pressione fiscale sale al 43,2% del Pil, in salita dal 42,9% del 2008. Tale risultato - spiega l’Istat - è l'effetto di una riduzione del Pil superiore a quella complessivamente registrata dal gettito fiscale e parafiscale, la cui dinamica negativa (-2,3%) è stata attenuata da quella, in forte aumento, delle imposte in conto capitale (cresciute in valore assoluto di quasi 12 miliardi di euro). Le imposte dirette sono diminuite del 7,1%, quelle indirette del 4,2% e i contributi sociali effettivi dello 0,5%. L'andamento di questi ultimi riflette la tenuta delle retribuzioni lorde, dovuta alla lieve crescita dell'importo medio pro-capite, che ha parzialmente compensato la flessione dell'occupazione.

UIL: «SITUAZIONE DIFFICILE» - Il dato del crollo del prodotto lordo di 5% nel 2009 è ancora più preoccupante perché accompagnato da un aumento della disoccupazione, della pressione fiscale ed una contrazione dei consumi reali.
Certamente, se non si interviene in maniera drastica, con misure anti-crisi fiscali ancor più forti di quelle annunciate, la crisi rischia di trasformarsi in una depressione. La stessa erogazione del credito non sta salendo, per cui l’economia produttiva è in grave difficoltà e permanendo questa situazione la crisi si estenderà anche alle aziende ancora sane con tutto ciò che ne consegue a partire dall’ulteriore crollo della disoccupazione.