A gennaio disoccupazione all'8,6%
ISTAT: «Senza lavoro oltre 2 milioni di italiani. La disoccupazione giovanile al 26,8%»
ROMA - Continua a salire il tasso di disoccupazione. A gennaio si colloca all'8,6%, ai massimi dal gennaio 2004 (all'8,3%), con una variazione congiunturale sostanzialmente nulla, ma in crescita di 1,3 punti percentuali rispetto a gennaio 2009. Lo comunica l'Istat, nella stima provvisoria di occupati e disoccupati a gennaio, spiegando che per il quarto mese consecutivo il numero dei disoccupati oltrepassa la soglia dei 2 milioni (sono 2 milioni 144mila unità), in crescita dello 0,2% (+5mila unità) rispetto a dicembre 2009 e del 18,5% rispetto a gennaio 2009 (+334mila unità).
Pesante il dato della disoccupazione giovanile che si colloca al 26,8%, un dato oltre 3 volte più elevato di quello della disoccupazione complessiva. Il tasso di disoccupazione giovanile cresce di 0,3 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 2,6 punti percentuali su base annua.
Gli «scoraggiati» - Sulla situazione dell'Italia pesa anche una cospicua quota di persone che, scoraggiate dagli scarsi risultati, hanno smesso di cercare attivamente lavoro. Il tasso di inattività tra i 15 e i 64 anni arriva nel mese di gennaio al 37,7%, in rialzo di un decimo di punto rispetto a dicembre. Il tasso di inattività tra le donne raggiunge il 48,9% ed è superiore di oltre 22 punti percentuali al 26,4% che si registra tra gli uomini.
Sommando disoccupati e inattivi la manodopera inutilizzata conta 17,015 milioni di persone, a cui vanno comunque aggiunti i lavoratori in cassa integrazione, che Istat considera occupati.
Uil: «allarme giovani» - Il 2010 sul versante occupazionale si preannuncia in continuità con l’anno precedente. Sempre più folta la platea di persone in cerca di un lavoro e di coloro, tantissimi, che un lavoro lo hanno perso da un anno a questa parte. Secondo stime UIL, l’emorragia della perdita dei posti di lavoro ha coinvolto complessivamente circa 350 mila persone, di cui 199 mila lavoratori dipendenti.
Desta allarme, soprattutto, il forte aumento del tasso di disoccupazione giovanile, diffuso oggi dall’Istat, che rispecchia, con evidenza, l’effetto crisi sui lavoratori che hanno, in maggioranza, un contratto flessibile. Nel 2009, infatti, i lavoratori con un contratto di lavoro non stabile (lavoratori a tempo determinato, in somministrazione, in collaborazione), sono diminuiti, rispetto al 2008, dell’8,7% (meno 245 mila lavoratori).p>
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