26 aprile 2024
Aggiornato 06:00
La divisa americana rafforzata dai segnali della Fed

L'euro ai minimi da 9 mesi sul dollaro

Secondo la banca centrale USA le prospettive dell'economia miglioreranno nel breve

MILANO - Il dollaro torna a rafforzarsi sul mercato dei cambi, con l'euro che ripiega ai minimi da circa nove mesi, dopo segnali incoraggianti sulle prospettive dell'economia americana giunti ieri dalla Federal Reserve. L'istituzione ha diffuso le minute della riunione operativa sui tassi di interesse del mese scorso, da cui emerge che il direttorio ha rivisto in meglio le prospettive di breve termine sull'attività economica. Già ieri la divisa americana aveva segnato un netto recupero, che oggi si è lievemente accentuato e consolidato. A tarda mattina l'euro si attesta a 1,3584 dollari, dopo un minimo attorno a 1,3548, laddove ieri prima delle minute della Fed fluttuava oltre 1,375 dollari.

Contestualmente a sostenere la divisa americana può aver contribuito un rallentamento della ripresa dei mercati azionari. Da mesi le moderazioni delle Borse tendono a favorire l'afflusso di capitali verso il dollaro, che viene utilizzato come porto sicuro durante le fasi di debolezza degli asset più a rischio.

Il britannico Financial Times sostiene che questo rialzo del dollaro, accompagnato da rallentamento delle Borse, riflette rinnovati timori sulla situazione dei conti pubblici nell'area euro. Intanto però dati deboli sulle finanze pubbliche sono giunti proprio dalla Gran Bretagna, dove a gennaio l'avanzo di bilancio corrente è crollato a 1,2 miliardi di sterline, contro 10,2 miliardi del gennaio 2009. Un mese in cui solitamente nel Regno si registrano forti entrare legate ad alcune scadenze fiscali. Secondo l'ufficio Gb di statistica, il settore pubblico ha dovuto far ricorso a prestiti netti per 4,3 miliardi, e il debito pubblico totale è salito a 848,5 miliardi di sterline, contro 708 miliardi di un anno prima. In questo modo il rapporto debito-Pil è balzato al 59,9 per cento, contro il 50 per cento di un anno prima.