28 agosto 2025
Aggiornato 06:30
Wall Street ha chiuso in un clima di pessimismo

Dopo il crollo dei listini europei, anche Tokyo in calo

L'indice perde 298,89 punti e scende a quota 10.057,09

TOKYO - Dopo il crollo delle Borse europee trascinate da Madrid e la chiusura a New York di Wall Street in picchiata, anche la Borsa di Tokyo ha chiuso in forte ribasso la seduta odierna. L'indice Nikkei dei 225 titoli guida ha perso 298,89 punti, pari al 2,9%, scendendo a quota 10.057,09.

Wall Street ha chiuso in un clima di pessimismo per le condizioni dell'economia globale e di paura per il debito crescente della penisola iberica. E preoccupazioni per il mercato del lavoro, che continua a tagliare posti. Il Dow Jones è finito sotto i 10.000 punti per la prima volta dal 6 novembre 2009. Continua la flessione dell'euro. Il Dow Jones ha perso 268,37 punti, il 2,61%, a 10.002,18 punti, mentre il Nasdaq è scivolato di 65,48 punti, il 2,99%, a 2.125,43 punti. Lo S&P 500 ha ceduto 34,17 punti, 3,11%, a 1.063,11 punti.

L'ondata di vendite è cominciata ieri sulle piazze europee, dove i listini sono precipitati. Ieri le borse della penisola iberica in particolare sono crollate sotto il peso delle crescenti preoccupazioni riguardanti la tenuta dei conti pubblici di Spagna e Portogallo, che fanno temere agli investitori una situazione simile a quella della Grecia. La Borsa di Madrid ha chiuso in picchiata, a -5,94%, mentre Lisbona ha ceduto il 4,98%, nettamente peggio di quanto avvenuto nelle altre piazze europee.

Da alcuni giorni, gli osservatori e gli analisti sono preoccupati per lo stato dei conti pubblici dei due paesi, che agita il fantasma della Grecia, i cui deficit e debito sono talmente alti che la Commissione europea ha deciso ieri di mettere il paese sotto semi-tutela. Ieri il commissario uscente per gli Affari economici e monetari, Joaquin Almunia, ha accostato il caso spagnolo, quello portoghese e quello greco, scatenando l'ira di Madrid e di Lisbona.

E da Washington, il presidente del governo José Luis Zapatero ha cercato di mandare un messaggio rassicurante:- Il debito della Spagna resta su un livello «ragionevole» e lo status «di paese solvibile è garantito».