26 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Politica & Finanziaria

Codurelli (PD): nessuna misura per uscire dalla crisi

«Dei precari non si ricorda più nessuno, le donne continuano a pagare il costo maggiore»

ROMA - «Manca un settimana a Natale e il bollettino della crisi economica è un elenco interminabile di aziende in difficoltà e di lavoratori che rischiano quotidianamente il posto di lavoro. La gravità della situazione dovrebbe portare il tema del lavoro e del rilancio economico, come da noi continuamente chiesto, in primo piano nell'agenda del governo e della politica ma anche dell'informazione. Invece continuiamo a sentire dire che la crisi è alle spalle e che stiamo meglio di altri paesi». Lo afferma Lucia Codurelli, deputata del PD, all'indomani dell'approvazione del testo della Finanziaria alla Camera e ora al Senato in terza lettura.

«Dei precari non si ricorda più nessuno, le donne continuano a pagare il costo maggiore e le prospettive per l'occupazione non sono delle migliori. Nel terzo trimestre di quest'anno secondo l'Istat, l'Italia - ricorda la Condurelli - ha perso oltre 500mila posti di lavoro rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente e siamo il sesto paese, nell'ambito OCSE, più diseguale nella distribuzione dei redditi. E la Finanziaria appena approvata non risponde minimamente ai problemi veri del Paese. La copertura della manovra di quest'anno da circa 9 miliardi (5,6 in termini di indebitamento), è affidata al gettito dello scudo fiscale, ulteriormente prorogato ad aprile 2010, pari a 3,9 miliardi, all'utilizzo di 3,1 miliardi del fondo del Tfr, all'alienazione degli immobili pubblici per 250 milioni e alle riduzioni di spesa degli enti locali per 48 milioni, dopo aver fatto mancare il trasferimento dovuto sull'ICI.

Vergognoso che il Governo faccia cassa su consiglieri e assessori comunali, quando proprio ieri ha eliminato, con il nostro voto contrario, il tetto alle retribuzioni dei manager pubblici. Atteggiamento centralista che premia i burocrati a scapito del funzionamento dei Comuni». Tutte queste elargizioni - secondo Codurelli - poggiano su basi poco solide di entrate del tutto «occasionali» e non ripetibili: gli incassi dallo scudo fiscale e l'utilizzo degli accantonamenti Inps per il trattamento di fine rapporto (Tfr) dei lavoratori. Lo scudo servirà per coprire spese che «una tantum» non sono e, dunque, richiederanno fra un anno di essere altrimenti finanziate». «Per quanto riguarda il trasferimento dei Tfr al Tesoro, provvedimento mai utilizzato per spesa corrente, lo Stato dovrà restituirlo poi con relativo onere per gli interessi ai legittimi proprietari. Il che significa -spiega la Condurelli- che i contribuenti subiranno l'ennesimo scippo: saranno chiamati a pagare con le loro tasse, quelli che le tasse le pagano davvero, non certo i beneficiari dello scudo fiscale, anche questo ulteriore debito. Il tutto, come non bastasse, per alimentare un fondo di tesoreria che il governo potrà utilizzare a suo arbitrio non prevedendo la Finanziaria vincolo alcuno al riguardo. Nonostante la fiducia abbia blindato ancora una volta il Parlamento, il PD è riuscito a fare approvare parecchi ordini del giorno tra cui quello a sostegno del lavoro delle donne, dei disabili e in merito al TFR ha ottenuto che il Governo venga a riferire in Parlamento sull'utilizzo di queste risorse».