28 agosto 2025
Aggiornato 01:30
Il Presidente dell'eurogruppo Juncker esclude la «bancarotta»

Per la Grecia un debito record da 300 miliardi

E la Borsa Atene recupera il 5%. Zapatero rassicura sulla situazione spagnola. Intanto la BCE chiede a tutti gli stati di tagliare la spesa

ATENE - Il debito pubblico della Grecia, finita sotto la lente dei mercati per la deriva dei suoi conti, ha raggiunto il record storico di 300 miliardi di euro, secondo quanto riferito dal governo. Ma dopo le preoccupazioni espresse da più parti negli ultimi giorni, il presidente dell'Eurogruppo respinge gli allarmismi più estremi: «escludo categoricamente una bancarotta dello Stato della Grecia», ha detto Jean-Claude Juncker giungendo oggi a Bonn per il congresso del Partito popolare europeo. Intanto il premier greco George Papandreou prosegue con messaggi di richiamo all'intera nazione sulla necessità di procedere al risanamento. Dopo diverse sedute al ribasso, oggi la Borsa di Atene respira, e mette a segno un consistente recupero, più 5,15 per cento negli scambi pomeridiani.

LE RASSICURAZIONI SPAGNOLE - Parallelamente in Spagna, un altro paese dell'area euro in cui il deterioramento dei conti è finito sotto l'attenzione dei mercati, il premier Jose Luis Zapatero lancia messaggi rassicuranti. «Dobbiamo essere chiari: il Tesoro spagnolo procede sui finanziamenti nella normalità». Ieri Standard & Poor's ha confermato il rating della Spagna ma modificato da stabili a negative le prospettive, mossa che implica la possibilità di declassamenti nei mesi a venire. Zapatero ci ha tenuto a rilevare che la mossa di S&P non ha trovato conferme nella altre due maggiori agenzie, Moody's e Fitch. «Due su tre - ha detto - hanno confermato il rating sui nostri titoli. Valutazioni che il governo condivide pienamente».

La questione del dissesto dei conti pubblici dei vari paesi, uno dei retaggi negativi della crisi economica, è tornata a suscitare tensioni di mercato dopo l'allarme globale scatenato dalle difficoltà sui debiti di Dubai. Oggi la Banca centrale europea, nel suo bollettino mensile, è tornata a richiamare i governi di Eurolandia sulla necessità di approntare strategie di risanamento dei conti pubblici «tempestivi e credibili».

BCE: «TAGLIARE LA SPESA» - E «lo sforzo di risanamento sarà necessariamente incentrato sulla spesa», afferma Francoforte, perché la sua incidenza sul bilancio è molto peggiorata a causa delle contrazione dell'economia. Con il mutamento di contesto economico determinato dalla crisi mondiale, dice Francoforte «i precedenti piani di spesa non sono più sostenibili». No a un risanamento condotto con inasprimenti delle tasse, perché in gran parte dei paesi dell'area euro la pressione fiscale è già «elevata», dice la Bce e «eventuali aumenti delle aliquote rischiano di indurre effetti distorsivi e di impedire la necessaria ripresa del potenziale di crescita».