28 marzo 2024
Aggiornato 13:30
Le prospettive restano piene di incertezze rilevanti e di rischi al ribasso

Tremonti: «Rimbalzo PIL tra fine anno e inizio 2010»

Per il Ministro dell'Economia successivamente la portata della crescita resta incerta

ROMA - L'economia dell'Italia dovrebbe mettere a segno un rimbalzo positivo tra la seconda metà di quest'anno e l'inizio del 2010. Lo ha affermato il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti durante il suo intervento all'International Monetary and Financial Committee, nell'ambito degli incontri annuali di Fondo monetario internazionale e Banca Mondiale. Ma dopo questo rimbalzo «la portata della crescita resta incerta», ha aggiunto, secondo quanto riporta un comunicato dell'Fmi. Oltre alla penisola, la relazione del ministro riguardava Albania, Grecia, Malta, Portogallo, San Marino, e Timor-est.

Prospettive incerte - «L'economia globale sta gradualmente emergendo dalla peggiore fase negativa degli ultimi settantanni - ha rilevato Tremonti aprendo la sua relazione - e i mercati finanziari sono migliorati nei mesi recenti. Ma allo stesso tempo, mentre le maggiori economie avanzate si sono aggiunte a paesi emergenti e in via di sviluppo sulla strada della ripresa, le prospettive restano piene di incertezze rilevanti e di rischi al ribasso».

Guardando alla situazione dell'Italia, «la ripresa si sta sviluppando in linea con il resto d'Europa». Già dalla tarda primavera, e ancor più durante l'estate si è assistito ad un miglioramento degli indicatori economici. «Famiglie e imprese - ha detto Tremonti - hanno mostrato recuperi di fiducia. La produzione industriale è migliorata, e le indagini suggeriscono che sia in corso una graduale ricostituzione delle scorte. Nel corso dell'estate si sono ripresi anche gli ordinativi dall'estero».

«Questi sviluppi - ha detto il ministro - suggeriscono un rimbalzo dell'attività nella seconda metà dell'anno e all'inizio del 2010. Successivamente la portata della crescita resta incerta».

Nel 2009 Pil -5% - Per l'insieme del 2009 si profila una contrazione del Pil «del 5 per cento circa - ha osservato il titolare dell'Economia - in ampia misura dovuta alla contrazione avvenuta in inverno». Anche se l'Italia è stata investita in maniera molto meno grave, rispetto ad altri paesi dal collasso dei mercati immobiliari e della finanza, «è altamente esposta agli sviluppi della domanda globale, a causa dell'importanza delle sue esportazioni e del suo settore manifatturiero».

Ma allo stesso tempo, «nonostante alcune debolezze il mercato del lavoro ha fatto ben meglio di altri paesi vicini», ha rilevato Tremonti. Inoltre «le misure del governo hanno mitigato l'impatto della crisi sul lavoro e sui segmenti più vulnerabili della popolazione. Durante la crisi sono state adottate misure mirate per sostenere l'economia e assicurare la coesione sociale. Il governo ha adottato provvedimenti per sostenere il flusso di credito, i redditi e i consumi, per estendere la portata degli stabilizzatori, per rafforzare ed accelerare gli investimenti pubblici e incoraggiare quelli dei privati».

Il tutto sfruttando misure ad impatto neutro sui conti pubblici, che consentiranno di limitare la crescita del deficit a un livello di circa il 5 per cento del Pil sul 2009-2010, anche in questo caso «meno elevato - ha detto Tremonti - rispetto ad altri paesi europei».