Gentile (Cgil): «Senza risorse a rischio potere acquisto lavoratori P.I.»
Rinnovo dei contratti dei 3.500.000 pubblici dipendenti, alla luce dell’accordo separato sul sistema contrattuale
ROMA - «Senza le necessarie risorse e senza l’avvio di una piena stagione contrattuale, i lavoratori pubblici perderanno ulteriormente potere di acquisto e la legge Brunetta rimarrà senza alcuna applicazione concreta». È quanto afferma il responsabile del dipartimento Settori pubblici della Cgil Nazionale, Michele Gentile, nel registrare la «strana situazione dei parametri economici sui quali si dovrebbe procedere al rinnovo dei contratti dei 3.500.000 pubblici dipendenti, alla luce dell’accordo separato sul sistema contrattuale».
Nel testo dell’accordo che riforma le regole contrattuali, ricorda Gentile, «non firmato dalla Cgil, il parametro Ipca assume per il lavoro pubblico un mero valore di riferimento, alla luce del fatto che deve muoversi ‘nel rispetto e nei limiti della programmazione di bilancio’ che avviene preventivamente con il Dpef e successivamente con la legge finanziaria». Ma, sottolinea il dirigente sindacale, «in sede di Dpef è mancata totalmente la concertazione sui parametri di riferimento. Come se non bastasse ora il Governo, per bocca del Ministro Brunetta, afferma che i parametri per il pubblico impiego dovrebbero essere ‘mero riferimento’ e che quindi andrebbero rivisti alla luce della situazione dell’inflazione e della finanza pubblica. Tutto ciò in assoluta solitudine».
Nel frattempo, rileva il sindacalista della Cgil, «la sola vecchia indennità di vacanza contrattuale è presente nel documento di programmazione (circa 10 euro) per il 2010. Senza le necessarie risorse e senza l’avvio di una piena stagione contrattuale, i lavoratori pubblici perderanno ulteriormente potere di acquisto e la legge Brunetta rimarrà senza alcuna applicazione concreta». Per Gentile è «indubbiamente un risultato negativo per chi pensava che l’accordo separato rappresentasse l’inizio di una nuova stagione di piena contrattazione e per chi - conclude - continua a pensare che bastino gli annunci per cambiare la macchina della pubblica amministrazione».
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