29 marzo 2024
Aggiornato 14:30
«Nessun segno di ripresa»

Megale (Cgil): «Italia ancora in recessione»

«Urgenti misure di sostegno alla domanda, ridurre tasse su lavoro e pensione»

ROMA – «La stima trimestrale del Pil porta con sé un segnale inequivocabile: l’Italia non è affatto uscita dalla recessione e la discesa tendenziale del Pil purtroppo conferma che non ci sono segni di ripresa». E’ quanto afferma il segretario confederale della Cgil, Agostino Megale, in merito alla stima preliminare del prodotto interno lordo diffusa oggi dall'Istat.

Per il dirigente sindacale «la ripresa è lontana e la caduta libera del Pil è sicuramente collegata alla flessione della produzione industriale di giugno (-21,9%), un crollo che spiega quasi due terzi della contrazione registrata dal valore aggiunto dell’economia italiana e quindi del Pil. In gioco perciò non ci sono solo i tempi di ripresa, ma il ridimensionamento del potenziale di sviluppo del nostro Paese». Inoltre, fa sapere Megale, «se dal prossimo anno il Pil riuscisse a ripartire non ritroveremo comunque la via della crescita prima del 2013 e potremmo raggiungere al massimo i livelli del 1993: come se in pratica avessimo perso 20 anni». Ma soprattutto, rileva il sindacalista, «i dati di oggi confermano che le misure messe in campo dal governo finora sono state assolutamente insufficienti. Lo stesso decreto anti crisi, e il suo correttivo, che abbiamo giudicato ‘anti ripresa’, non è in grado di rispondere alla crisi di domanda e al conseguente vuoto occupazionale che la crisi sta generando in Italia».

«Non è certo con la tassazione dell’oro della Banca d’Italia - afferma Megale - che si devono impegnare le risorse per contrastare la recessione, come ha giustamente sottolineato anche il presidente della Bce. Piuttosto il ministro Tremonti dovrebbe rispondere alla necessità di rendere trasparenti e effettive le risorse a disposizione, senza più ‘giochi delle tre carte’ con il Bilancio dello Stato, come ha esplicitamente chiesto anche il presidente della conferenza delle Regioni, Vasco Errani, a proposito dei fondi Fas e dei finanziamenti per la sanità». Insomma, ribadisce, «le misure reali contro la crisi che il governo ha varato nel corso degli ultimi 10 mesi rappresentano poco più che una goccia d’acqua nel mare e pari all’1% di quanto messo in campo dai paesi del G20».

Sostenere la domanda - Per il segretario confederale della Cgil «servirebbero invece misure di sostegno alla domanda interna attraverso la riduzione delle tasse sul reddito da lavoro dipendente e da pensione. Diventano urgenti le misure di sostegno all’occupazione, che a questo punto non potrà che abbattersi in autunno. Continua ad esserci il bisogno di una sessione specifica con le parti sociali: di un tavolo di confronto - conclude Megale - che abbia al centro della discussione le modalità e gli interventi per portare il paese fuori dalla crisi. È auspicabile, inoltre, una ripresa dell’azione unitaria del sindacato, che rimetta al centro nell’autunno i temi del fisco, della riduzione tasse sul lavoro e dell’occupazione».