19 aprile 2024
Aggiornato 22:00
Rilanciare lo sviluppo e la competitività delle imprese

CIA: da Draghi una chiara indicazione per superare la crisi

Il presidente della Cia Giuseppe Politi commenta le «Considerazioni finali» del governatore. Indispensabili strategie coraggiose

ROMA - «Una relazione molto chiara, essenziale e convincente. Un’analisi concreta dalla quale emerge la preoccupazione per l’attuale situazione economica, nazionale e mondiale, ma anche la necessità di dare impulso alla crescita, che oggi stenta a decollare, e di rilanciare in maniera adeguata la competitività del sistema imprenditoriale. Un monito che va, quindi, raccolto e sviluppato al più presto con politiche economiche e sociali realmente mirate e con riforme coraggiose». Così il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi commenta le «Considerazioni finali» del governatore della Banca d’Italia.

«Non possiamo non condividere -aggiunge Politi- l’analisi sulla crisi e l’opportunità di una rinnovata politica che permetta alle imprese, anche attraverso il sostegno delle banche, di svilupparsi. Un’azione propulsiva che favorisca la capacità produttiva e l’innovazione».

«Il governatore della Banca d’Italia -evidenzia il presidente della Cia- non ha mancato di mettere in luce le difficoltà delle famiglie italiane, alle prese con problemi di reddito, con la disoccupazione, con una flessione dei consumi e con questioni assillanti come quelle dei mutui e dell’indebitamento. Per questa ragione siamo convinti dell’esigenza di una rinnovata azione, di riforme e di intereventi strutturali che ci permettano di affrontare e superare una crisi, una delle più difficili degli ultimi decenni, sia sotto il profilo economico che sociale».

«Oggi -conclude Politi- l’Italia subisce, insieme con l’Europa, le forti tensioni internazionali. La crisi è complessa e di non facile soluzione. Mi è, comunque, sembrato di cogliere anche nella parole di Draghi che non mancano, al nostro Paese, le forze per superare le prove di questa critica fase storica. È, però, necessario porre mano a quel rinnovamento della vita istituzionale, politica e civile, in assenza del quale la comunità nazionale, in tutte le sue parti, sarebbe esposta a crisi ben più gravi».