28 agosto 2025
Aggiornato 07:00
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Crolla produzione industriale: a marzo -23,8%, peggiore dal 1991

Sacconi: il peggio è passato. Csc: ad aprile caduta si stabilizza

ROMA - Non si ferma la caduta della produzione industriale. A marzo ha fatto registrare una diminuzione del 23,8% su base annua, mai così male dal gennaio del 1991. Rispetto a febbraio, rileva l'Istat, la produzione industriale a marzo è diminuita del 4,6%, per l'undicesimo mese di calo consecutivo a livello congiunturale. Nei primi tre mesi dell'anno il calo è stato «eccezionalmente elevato» per la produzione industriale: -21% rispetto allo stesso periodo 2008 e -9,8% rispetto ai tre mesi precedenti.

Il quadro è aggravato dal calo delle entrate fiscali che nei primi tre mesi dell'anno, al lordo delle una tantum, sono risultate inferiori di 4,068 miliardi (-4,6%) rispetto a quelle dello stesso periodo del 2008. Al netto delle una tantum, il calo è stato di 4,058 miliardi (-4,6%). A marzo le entrate erariali sono diminuite di 67 milioni (-0,2%) rispetto allo stesso mese dell'anno scorso. Ma per il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, il peggio è passato. «La crisi non è finita e di fronte abbiamo ancora molte incertezze e una domanda globale che fatica a riprendersi. Però alle nostre spalle - ha spiegato - c'è il peggio del peggio che avevamo temuto e cioè il collasso globale». Per aprile, intanto, il centro studi di Confindustria (Csc) stima una stabilizzazione della caduta della produzione industriale, con un calo del 23,1% su aprile 2008. Per il Csc, il secondo trimestre 2009 eredita dal primo una flessione già acquisita del 4,7%. Tuttavia, gli imprenditori manifatturieri si attendono, sulla produzione a tre mesi, che «la riduzione dell'attività industriale proseguirà a un ritmo meno forte».

Il calo della produzione industriale colpisce tutti i comparti. Rispetto a marzo 2008, si registrano diminuzioni in tutti i raggruppamenti principali di industrie: -31,9% per i beni intermedi, -25,6% per i beni strumentali, -16,8% per l'energia e -12,5% per i beni di consumo totale (-19,6% i beni durevoli, -10,7% i beni non durevoli). E' stata registrata una sola variazione tendenziale positiva nel comparto della farmaceutica di base e preparati farmaceutici (+5,3%). Le diminuzioni più marcate hanno riguardato la metallurgia e i prodotti in metallo (-38,6%), le apparecchiature elettriche e per uso domestico non elettriche (-36,4%), i mezzi di trasporto (-30%) e i macchinari e attrezzature (-28,9%).

Ad aprile, secondo quanto prevede l'Isae, tornerebbe a manifestarsi, per la prima volta dopo undici mesi, un rialzo produttivo seguito da un calo a maggio e un recupero a giugno. Nel secondo trimestre si avrebbe una flessione, rispetto al primo, limitata al 4,7%.

Confesercenti chiede al governo «interventi forti» con «sostegni alle pmi che creano lavoro, sostegni ai redditi delle famiglie anche per garantire la tenuta dei consumi». Anche il Codacons chiede all'esecutivo «una manovra che rilanci i consumi», quadruplicare la social card e di cambiare gli incentivi, perchè «la crisi è ben lungi dall'essere finita e che gli effetti della recessione si stanno riversando proprio ora sulla produzione industriale e, conseguentemente, sull'occupazione».