27 aprile 2024
Aggiornato 00:30
Politiche del lavoro

Famiglie marchigiane e mercato del lavoro, in Regione la presentazione dell’indagine

Badiali: ”Nell’attuale contesto necessarie tutte le informazioni possibili per agire efficacemente contro la crisi”

Questa mattina è stata presentata l’indagine «Famiglie marchigiane e mercato del lavoro», realizzata dalla Regione e dall’Università politecnica delle Marche.
Sono intervenuti l’assessore al Lavoro, Fabio Badiali, il dirigente dei Servizi per l’impiego della Regione, Fabio Montanini, il docente universitario che ha curato l’indagine, Stefano Staffolani, Maurizio Gambizza dell’Osservatorio Veneto lavoro e Giacinto Micucci, della Banca d’Italia.

«Nell’attuale contesto economico – ha detto Badiali in apertura – sono utili e necessarie tutte le informazioni possibili per agire efficacemente contro la crisi. Per questo abbiamo realizzato un’indagine sul campo dettagliata e approfondita, che integra le informazioni derivanti da altre fonti statistiche, andando ad un maggiore livello di dettaglio territoriale. Ciò ci consente di analizzare le ricadute occupazionali della crisi in atto e affinare le contromisure. Lo studio si riferisce allo scorso anno e quindi non evidenzia le difficoltà che stiamo incontrando da qualche mese a questa parte, continuando il monitoraggio attuale e futuro, sarà possibile effettuare un confronto tra i diversi periodi e agire di conseguenza. La congiuntura economica che stiamo vivendo non lascerà nulla di immutato, al termine di essa ci troveremo di fronte scenari molto cambiati, dobbiamo quindi attrezzarci in tempo per affrontarli».

La Regione Marche ha avviato quindi questo progetto d’indagine sulle famiglie per raccogliere dati inerenti le condizioni lavorative, l’occupazione, la situazione reddituale e altri aspetti di carattere socio-economico, anche per monitorarne l’evoluzione nel tempo in rapporto alle modifiche registrate dal mercato del lavoro.
L’indagine, condotta tra marzo e luglio dello scorso anno, ha interessato 2.493 famiglie e ha messo in evidenza una situazione sostanzialmente omogenea tra i diversi territori della regione, pur se persistono alcune fisiologiche differenze.

In particolare è emerso un tasso di attività pari al 65,5% e un tasso di disoccupazione del 4,3%, con una maggiore incidenza per giovani e donne. Dall’indagine è emerso anche che l’82% del totale dei dipendenti lavora sulla base di un contratto a tempo indeterminato. Tra i giovani fra i 15 e i 24 anni la quota di lavoro «atipico» è pari al 48%. E soltanto il 12% degli «atipici» a inizio 2007 ha trovato un’occupazione a tempo indeterminato entro il marzo 2008. E ancora. Circa la metà dei disoccupati marchigiani evidenziano un periodo di permanenza nella disoccupazione per un periodo superiore a dodici mesi. La qualifica del lavoratore marchigiano è prevalentemente quella di operaio (39%), mentre la retribuzione media netta mensile è pari a 1398 euro e il 25 per cento dei lavoratori guadagna meno di mille euro nette mensili. Interessante il dato sulla mobilità sociale conseguente al livello di istruzione. Infatti nelle Marche il 64 per cento dei figli di laureati raggiunge la laurea, contro il solo 7 per cento di figli di genitori con licenza elementare.

Per quanto riguarda la produttività del lavoro nei settori manifatturieri, questa è massima nel comparto legno, minima nel tessile.
La foto scattata alla famiglia media marchigiana dice che è composta da 2,7 componenti di cui 1,8 percettori di reddito.(