La burocrazia costa oltre 3 miliardi di euro alle imprese agricole
Nella manifestazione della Cia a Roma, in piazza Montecitorio davanti alla Camera dei deputati, sottolineato l’onere gravoso del rapporto con la Pubblica amministrazione
E’ di oltre 3 miliardi di euro l’anno il «costo» burocratico l’agricoltura italiana (circa 7.000 euro, in media, per impresa), di cui circa un miliardo addebitabile ai ritardi, ai disservizi e alle inefficienze della pubblica amministrazione. Il che si traduce in forte ostacolo alla crescita economica, con incidenza negativa notevole sull’occupazione e sulla competitività. Lo ha messo in evidenza la Cia-Confederazione italiana agricoltori nel corso del sit-in svoltosi oggi a Roma, in piazza Montecitorio, davanti alla sede della Camera dei deputati.
Un’iniziativa che ha visto oltre mille agricoltori «sollecitare l’avvio di provvedimenti che «taglino» l’onere opprimente che genera il rapporto con l’apparato amministrativo pubblico e per ridurre i pesanti costi di produzione e i gravosi contributi previdenziali.
«Il costo degli adempimenti amministrativi diventa sempre più pesante. Basti pensare -ha rilevato il presidente della Cia Giuseppe Politi- che ogni anno servono più di 100 giornate di lavoro per rispondere agli obblighi di carattere burocratico. E questo non lo diciamo noi. Lo sostiene una recente indagine dell'Istat nella quale si evidenzia che l’onere del rapporto azienda-macchina pubblica pesa per il 30 per cento sul costo complessivo del lavoro per i piccoli e medi imprenditori».
Intralcio per le imprese - Non solo. La scarsa trasparenza e un linguaggio complesso e troppo spesso astruso continuano a rappresentare -è stato sostenuto durante la manifestazione- un intralcio notevole per le imprese. Una complessità alla quale si aggiungono ritardi nelle risposte e un’assistenza pressoché nulla da parte dell’amministrazione. Elementi che spingono la quasi totalità delle aziende agricole a rivolgersi a tecnici esperti per poter interpretare il mondo della burocrazia.
Sono costi -è stato ribadito durante l’iniziativa della Cia- che rendono tutto più difficile per le aziende e non soltanto. Anche il semplice cittadino deve fare i conti con un apparato burocratico asfissiante ed opprimente.
Per le imprese, comunque, l’ammontare delle spese burocratiche -ha sottolineato la Cia- è da addebitare per il 46 per cento a costi esterni e il restante 54 per cento a costi interni all’azienda.
«Abbiamo a che fare -ha evidenziato Politi- con un vero e proprio ‘mostro’ dai mille tentacoli che impedisce di sviluppare in maniera adeguata l’attività imprenditoriale. Insomma, bisogna assicurare nei rapporti con la pubblica amministrazione la certezza di tempi e il riconoscimento dei diritti, semplificare i rapporti tra imprese, cittadini e pubblica amministrazione, ridurre il costo della burocrazia, valorizzare la sussidiarietà verticale e orizzontale».
D’altra parte, più semplificazione amministrativa e legislativa significa risparmio, trasparenza e, soprattutto, recupero di risorse che possono essere destinate allo sviluppo e alla competitività. Oggi, in Italia, il carico burocratico fiacca non solo il sistema imprenditoriale, ma asfissia anche il semplice cittadino.
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