20 aprile 2024
Aggiornato 10:00
Mercato immobiliare

Coop Umbria casa: “necessarie socialità ed etica”

Il presidente Paolo Bocci analizza la situazione del comparto dell’edilizia residenziale

PERUGIA (Avi News) – «La crisi economica che stiamo attraversando colpisce tutti i settori produttivi compreso il comparto dell’edilizia residenziale». Queste le parole con cui si è espresso Paolo Bocci, presidente della cooperativa Coop Umbria casa in merito alle conseguenze che la crisi economica internazionale sta provocando in Umbria nel settore dell’edilizia residenziale. «Quando si parla di casa in Umbria – ha spiegato - un dato emerge sugli altri: oltre l’80 per cento delle famiglie possiede una casa di proprietà. Quindi ad una analisi superficiale sembrerebbe che la domanda sia residuale. Invece non è così perché occorre tenere conto di alcune variabili: l’atomizzazione della famiglia; il costante aumento della popolazione in determinate aree, con una polarizzazione di bisogni in determinati luoghi; l’alto numero di studenti universitari fuori sede; la domanda di sostituzione, con alloggi più adeguati alle esigenze familiari; una mobilità maggiore riguardo il posto di lavoro».

«Queste ad altre cause – ha aggiunto Bocci - incidono su una potenziale domanda che oggi riesce, con difficoltà, ad esprimersi per diversi motivi. Dal 2000 al 2006 il mercato di civile abitazione ha avuto un boom, per quantità e durata, difficilmente paragonabile ad altri cicli espansivi. Dopo il boom del mercato di civile abitazione che è si è protratto per un lungo periodo, dal 2001 al 2006 – ha spiegato -, è naturale che la curva del ciclo inizi a scendere. Le prime avvisaglie si sono iniziate ad avvertite nel 2007. La crisi latente è esplosa nel 2008e sempre più ha spinto le persone a cercare di non indebitarsi, tantomeno a impegnarsi in un investimento di lungo periodo per l’acquisto di un’abitazione. Un atteggiamento più propositivo del mondo creditizio avrebbe certamente aiutato».

«Oggi, invece – ha continuato -, assistiamo ad una discesa dei tassi di interesse ma ad un incremento degli spread, cioè il corrispettivo che incamera la banca per l’operazione. Quindi la riduzione dei tassi c’è, ma più limitata rispetto alle potenzialità. Per questo occorrerebbe più coraggio da parte del sistema creditizio per sostenere la domanda». La crisi impone a ciascuna impresa di ripensare a come realizzare prodotti e servizi, incrementandone anche la qualità, per soddisfare i bisogni reali della popolazione. Prassi costante per Coop Umbria Casa che da sempre programma gli interventi in base agli input che riceve dai soci».

«L’odierna segmentazione della domanda – ha spiegato il presidente di Coop Umbria casa - richiede una edilizia di sostituzione che punti sulla qualità ambientale, programmi specifici e mirati per la locazione a canoni calmierati, interventi mirati per risolvere bisogni delle categorie più deboli». «Per quanto riguarda la qualità ambientale – ha aggiunto - occorre partire dalla progettazione, impostandola secondo criteri della bioclimatica. Qui i comuni giocano un ruolo decisivo perché sarebbe il momento che i piani urbanistici fossero impostati secondo i principi della bioarchitettura, ottenendo, così, un grande risultato a costo zero. La realizzazione di programmi per la locazione a canoni calmierati è un risultato che si può ottenere solo con una forte collaborazione tra operatori, ed enti. Anche qui è determinante il ruolo dei comuni perché è impensabile realizzare questi progetti acquistando il terreno a prezzi di mercato. Qui aiuta la legislazione: l’alloggio sociale, in quanto servizio di interesse generale costituisce standard urbanistico aggiuntivo. Quindi è un problema di volontà politica applicare o meno questa disposizione. In caso affermativo gli effetti sociali sarebbero importanti. Avere a disposizione un certo numero di alloggi a canone calmierato aiuterebbe le famiglie non agiate, senza spingerle alla marginalità. Di più i territori che sapranno offrire queste opportunità diventeranno più attrattivi verso le persone che debbono spostarsi per motivi di lavoro».

«In una società come quella attuale – ha concluso il presidente di Coop Umbria casa - i bisogni sono sempre più parcellizzati. Riuscire a realizzare interventi per determinate categorie diventa un fattore di coesione sociale. Permettere allo studente fuori sede di ricevere oltre che un alloggio adeguato anche un servizio di qualità diventa un fattore di successo per la città ospitante. Lo stesso vale per interventi rivolti ad anziani. Mantenerli nel luogo in cui hanno sempre abitato, offrire servizi e socialità sono aspetti decisivi per una comunità accogliente e solidale. Anche in questo settore c’è bisogno di invertire la rotta. Non serve più il costruire fine a se stesso ma un approccio che sposi socialità, etica ed economia. Sono tre fattori indispensabili per non ripetere gli errori del passato. Coop Umbria Casa è impegnata a coniugarli insieme».