1 maggio 2024
Aggiornato 23:30
Occupazione femminile

«Furore ideologico contro le donne: dalle pensioni alla maternità?»

A parlare è la segretaria confederale della Cgil, Morena Piccinini, che risponde nel merito ai contenuti dell’interrogazione rivolta al ministro del Welfare Sacconi

Roma - «Sarebbe bene che il furore ideologico di questo governo contro le donne non si estendesse dalla età pensionabile al diritto alla maternità». A parlare è la segretaria confederale della Cgil, Morena Piccinini, che risponde nel merito ai contenuti dell’interrogazione rivolta al ministro del Welfare Sacconi dal vicepresidente della Commissione Lavoro della Camera, Giuliano Cazzola, la cui risposta è prevista nel question time di mercoledì prossimo in Commissione.

«Una delle poche norme positive del nostro ordinamento in favore delle donne –afferma Piccinini- è proprio quella che impedisce di adibire la madre lavoratrice al lavoro notturno durante la gravidanza e nel primo anno di vita del bambino, norma inserita a tutela della madre ma ancor più in tutela del bambino».
A parere della Segretaria della Cgil «non è accettabile che venga invocata una parità sempre e solo formale per ridurre diritti alle donne e realizzare in tal modo una profondissima discriminazione di fatto, in primo luogo proprio verso le donne che vorrebbero conservare il lavoro anche durante e dopo una gravidanza».

Secondo la sindacalista «mettere in discussione questi diritti porta non a una maggiore parità bensì al rischio materiale di perdere il posto di lavoro, rischio –sottolinea- ancora più grande oggi dopo che questo governo, come primo atto dopo il suo insediamento, ha abrogato la Legge 188/2007 che contrastava la pratica ancora troppo diffusa delle dimissioni in bianco fatte firmare alla lavoratrice al momento dell’assunzione per licenziarla liberamente magari proprio in occasione di una maternità».