4 maggio 2024
Aggiornato 17:00
Crisi gas russo

Soluzioni stabili per il sistema energetico

La crisi Russia-Ucraina per il gas può essere un base di partenza per investimenti futuri. Realacci: «Ripristinare subito gli eco-incentivi»

Nella minaccia di rimanere senza gas a seguito della crisi internazionale che vede coinvolti in prima persona Russia e Ucraina, si aprono nuovi orizzonti di investimento e di utilizzo di fonti alternative e soprattutto di riduzione degli spechi energetici. Il PD raccoglie la sfida e si domanda quando il anche governo capirà che l'emergenza energetica che investe il mondo si combatte con atti concreti e con maggiore attenzione ed efficienza.

Nella diatriba tra Putin e Timoshenko fatta di reciproche accuse, smentite e minacce, fino alla chiusura odierna dei rifornimenti di gas alla frontiera con l'Ucraina da parte del colosso Gazprom, le autorità italiane rassicurano l'opinione pubblica sull'autonomia del belpaese. Sia il ministro per lo Sviluppo economico, Claudio Scajola, sia l'amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni hanno riferito che non esistono problemi per questo inverno.

L'Eni ha confermato che «dall'una di stanotte si sta registrando una sostanziale interruzione del gas proveniente dal gasdotto Tag». Motivo per cui l'Italia ha iniziato ad attingere alle proprie scorte di gas. «Come succede sempre quando diminuisce il flusso di gas, stiamo attingendo alle scorte e stiamo aumentando gli approvvigionamenti dagli altri Paesi» ha chiarito Scaroni.

Domani si terrà un vertice con il governo per stabilire il da farsi ma, al momento, non c'è nessuna emergenza gas. «Da un lato abbiamo aumentato le nostre capacità di stoccaggio - ha spiegato Scaroni - poi abbiamo sbottigliato il tubo con l'Algeria, abbiamo completato la messa a punto del gasdotto che ci collega con la Libia e la somma di tutto questo fa sì che siamo in posizione migliore di molti altri Paesi europei di fronte a questa nuova crisi».

L'Europa non sta a guardare ed è attiva per fronteggiare la crisi diplomatica e riprendere immediatamente le trattative. Il presidente della Commissione europea, Manuel Barroso ha definito «inaccettabile» che l'approvvigionamento dell'Ue sia «caduto in ostaggio» della crisi russo-ucraina e stamattina, in una telefonata ai rispettivi premier Putin e Timoshenko, ha chiesto di riaprire immediatamente i rubinetti.

Ma quello che è una difficoltà attuale può e potrà essere utilizzata come una base di investimento e di miglioramento delle fonti energetiche in Italia e la lotta agli sprechi. Il Partito Democratico fa propria la sfida e per bocca del ministro ombra per l'Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare, Ermete Realacci ha chiarito che «prendiamo per buone tutte le rassicurazioni che arrivano dal Governo sulle riserve di gas del nostro paese. Tuttavia questa ennesima crisi del metano ci dice come sia necessario e urgente mettere mano al nostro sistema energetico con soluzioni più stabili, sicure e pulite. Sul fronte metano è necessario rendere più certo l’approvvigionamento in primo luogo realizzando i rigassificatori necessari al nostro paese, ma la vera svolta di cui necessita l’Italia è quella del risparmio e dell’efficienza energetica, degli investimenti in innovazione e ricerca, delle fonti rinnovabili».

«Il Governo», ha aggiunto Realacci, «ha l’occasione per dimostrare da subito l’intenzione di voler intervenire seriamente su questo fronte raccogliendo la richiesta che in più di un’occasione è arrivata dal Partito Democratico di fare marcia indietro sul taglio al bonus fiscale del 55% per gli interventi energetico-ambientali contenuto nel pacchetto anti-crisi.»

«L'analisi energetica del parco edilizio italiano», ha spiegato Realacci, «evidenzia eccessivi sprechi e ampi margini per migliorare l'efficienza di un settore responsabile di quasi il 50% dei consumi energetici nazionali. Una casa italiana tradizionale consuma tra i 150 e i 200 Kwatt/ora/mq annui, in Germania, Svezia e Irlanda i consumi oscillano fra i 70 e i 40. Inoltre tra una casa ben costruita, che utilizza le migliori apparecchiature per l'illuminazione e per degli elettrodomestici, e una casa costruita male, vi è una differenza di spesa annua di circa mille euro a famiglia.»

«Partiamo mettendo in campo quello che si può fare da subito», ha concluso Realacci. «E’ da qui che si deve partire per affrontare insieme alla questione energetica anche l’emergenza del clima e investire per il futuro in settori possono fare da volano per il rilancio dell’economia e dell’impresa».

A.Dra