PIL: crollo dei consumi e crisi produttiva
Federconsumatori: «E’ indispensabile prendere urgenti provvedimenti per rilanciare l’economia reale»
La conferma della recessione economica del nostro Paese giunge oggi dall’Istat, che rende noto il calo del Prodotto Interno Lordo per il secondo trimestre consecutivo.
«La grave situazione relativa agli andamenti industriali e produttivi del nostro Paese è profondamente legata al crollo dei consumi ed alla disastrosa caduta del potere di acquisto delle famiglie» – sostengono Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti.
Le imprese italiane sono sottoposte ad una rilevante diminuzione di introiti e ricavi proprio in una fase delicatissima, in cui anche il costo del denaro, a causa della crisi finanziaria, è elevato e di difficile reperimento.
Questi fattori contribuiscono a creare una grande difficoltà per gli investimenti, soprattutto quelli destinati all’innovazione tecnologica, indispensabili per far fronte alla competitività sui mercati internazionali.
La recente crisi finanziaria ha contribuito ad aggravare la drastica diminuzione del potere di acquisto delle famiglie che, secondo uno studio Adusbef e Federconsumatori, ne hanno subito una ricaduta negativa pari a 1827 Euro annui, sia per effetti diretti (andamento dei titoli azionari e perdite di prodotti finanziari tossici) che indiretti (caduta del PIL, aumento delle rate dei mutui a tasso variabile, aumento del costo dei prestiti, aumento dei costi di investimento delle imprese e ricadute sui prezzi dei beni). (Lo studio completo e dettagliato di tali ricadute è presente sui siti delle nostre associazioni).
Ci troviamo di fronte ad un fenomeno estremamente grave anche sotto un altro aspetto, quello delle abitudini alimentari, la caduta dei consumi, infatti, non riguarda solo gli aspetti quantitativi della richiesta di mercato dei beni e dei prodotti industriali, ma, purtroppo, riguarda anche gli aspetti qualitativi di questi ultimi, modificando, così, un atteggiamento che caratterizzava i consumi nel nostro Paese negli anni passati.
Alla luce di questi fatti appare evidente la necessità, per il nostro Paese, di una vera e propria inversione di rotta dell’economia, soprattutto per quanto riguarda il versante della domanda, attraverso le proposte che ribadiamo da tempo e che, a questo punto, sono estremamente urgenti:
- La costituzione di un tavolo attorno al quale decidere una moratoria che riduca i prezzi dei di largo consumo, soprattutto quelli agroalimentari, anche alla luce della forte diminuzione del costo delle materie prime (grano e petrolio). E si anticipino i saldi.
- La realizzazione di un forte processo di defiscalizzazione (a partire dalle tredicesime), per incrementare di almeno 1200 Euro l’anno il potere di acquisto delle famiglie.
- Un nuovo meccanismo che preveda l’adeguamento delle rate dei mutui a tasso variabile non più in base al tasso interbancario Euribor, ma direttamente in relazione al tasso di sconto.
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