19 aprile 2024
Aggiornato 15:30
Pesante il prezzo pagato dalle imprese agricole pugliesi

Siccità: «Indispensabili le richieste della Giunta regionale al Governo»

Solo con la Diga di Piano dei Limiti si potrebbero invasare dai 60 agli 80 milioni di metri cubi d’acqua

«Indispensabili le richieste che la Giunta regionale pugliese ha avanzato al Governo nazionale. Positivo il pressing rispetto alle grandi opere e ai dissalatori. Grazie alla sola Diga di Piano dei Limiti si potrebbero invasare dai 60 agli 80 milioni di metri cubi d’acqua. Ora, però, la stessa Giunta regionale deve trovare rimedio al danno che l’agricoltura pugliese sta subendo da mesi.

Le imprese agricole hanno pagato a caro prezzo in termini di investimento e produttività ritardi e inadempienze nella gestione del ‘bene acqua’. Riteniamo che debba essere immediatamente istituito un tavolo di confronto settoriale e permanente, iniziando a distinguere tra quelli che sono gli interventi immediati, da quelli strutturali e tra gli interventi indirizzati agli Enti ed ai Consorzi da quelli di esclusivo interesse dell’impresa agricola». E’ il commento del Presidente della Coldiretti Puglia, Pietro Salcuni, alla richiesta da parte della Giunta regionale di riconoscimento dello stato di emergenza idrica in Puglia per il tramite del Dipartimento della Protezione civile, sulla scorta della relazione dell’Assessore alle Opere Pubbliche sulla crisi idrica.

«Le grandi opere previste in Puglia – spiega il Direttore della Coldiretti regionale, Antonio De Concilio – consentirebbero di invasare oltre 200 milioni di metri cubi di acqua, garantendo così un sicuro approvvigionamento al potabile, all’agricoltura e agli altri settori produttivi, anche in periodi di siccità grave come nella scorsa estate. Altro elemento imprescindibile è l’esatta conoscenza del fenomeno, dei suoi effetti e della diversità e disponibilità di strumenti per intervenire.»

Per Coldiretti Puglia è essenziale valutare approfonditamente le diverse disponibilità d’acqua e di strumenti per accumularle. Mantenere, quindi, sotto costante monitoraggio i tradizionali ed usuali mezzi di approvvigionamento (pozzi ed invasi) e di vettoriamento (condotte), ma anche sapere i flussi d’acqua che vanno all’industria, quelli che in emergenza possono essere prelevati ancora da fiumi, falde e sorgenti, l’acqua che può essere resa disponibile dai dissalatori e dai depuratori urbani