18 aprile 2024
Aggiornato 08:30
Crisi mercati finanziari

Bonanni: «Serve Authority europea per linee di indirizzo comuni»

Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, ha aperto stamani a Palermo la «campagna d'autunno» del sindacato siciliano puntando l'indice contro i nodi irrisolti dell'economia italiana

Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, ha aperto stamani a Palermo la «campagna d'autunno» del sindacato siciliano puntando l'indice contro i nodi irrisolti dell'economia italiana: dalla questione dei salari alla riforma dei contratti ai temi della scuola, delle pensioni e dei non autosufficienti. Ma è «lo tsunami finanziario di questi giorni - ha detto - che rischia di rendere ancora più precaria la già anemica situazione del paese». Perché «l'attuale economia globalizzata si è costruita sull'effimero, sui soldi attraverso i soldi». È questo modello, con lo strapotere finanziario che ne è generato, che sta crollando ridando attualità anche alla «profezia di Leone XIII che nella Rerum novarum aveva detto che un capitalismo senza regole si sarebbe infranto». L'unica chance di uscirne, ha ripetuto il leader Cisl, è nel «rilancio dell'economia del concreto», delle imprese e del lavoro, e nell'elaborazione di nuove regole da parte dei governi nazionali e dell'Unione. Anzi, ha insistito Bonanni, «ci auguriamo che si arrivi a un'authority europea che fissi linee di indirizzo comuni».

Il segretario generale è intervenuto all'assemblea dei mille delegati cislini arrivati a Palermo dalle nove province siciliane. L'assise, aperta dal numero uno regionale del sindacato, Maurizio Bernava, si è conclusa con un consiglio generale che ha anche votato per l'integrazione della segreteria regionale con Armando Zanotti, palermitano, che lascerà, per questo, la segreteria nazionale della Fai, la federazione dell'agroalimentare. Leit-motiv dell'assemblea, la proposta che Bernava ha rivolto alle forze economiche e sociali, per un «appello comune al governo della Regione affinché si vada in tempi brevi a un patto sociale e di sviluppo nella legalità». «Pensiamo a un'intesa - ha spiegato Bernava - da chiudere subito, anche alla luce della nuova programmazione dei fondi Ue e per evitare un nuovo fallimento nella gestione delle risorse comunitarie». Ecco le priorità indicate dal segretario regionale: la fiscalità di vantaggio, l'ammodernamento della rete delle infrastrutture, la riforma della pubblica amministrazione in linea con gli indirizzi fissati nel protocollo sottoscritto ad agosto col governo regionale. Ancora: il risanamento della sanità nel quadro del piano di rientro e della lotta a sprechi e malaffare; la sicurezza sul lavoro col potenziamento della pattuglia degli ispettori come annunciato dal governo dopo i tragici fatti di Mineo. E la riforma della formazione professionale in linea con le sollecitazioni della Corte dei conti. Al riguardo, il segretario regionale Cisl ha pure dichiarato la disponibilità del sindacato a «uscire dalla gestione dei corsi e alla mobilitazione, se non dovesse arrivare al più presto un disegno di riorganizzazione ed efficienza, rivolto al mercato del lavoro».

Riguardo ai contratti, Bonanni ha lamentato come «per la terza volta in dieci anni, nel 1998, nel 2004 e ora, qualcuno manda tutto per aria dopo lunghe e, per quanto ci riguarda fruttuose, discussioni». La riforma serve, ha sostenuto, per ottenere «meno tasse fino ad almeno 35 mila euro di reddito, e più salario». Bloccare tutto «è da irresponsabili» tanto più che in Italia il movimento sindacale è plurale. E perché «così ci si condanna all'immobilità». La Cisl, ha insistito il segretario, non intende sottrarsi alle proprie responsabilità: «Non vogliamo soluzioni che dividano il movimento sindacale ma non possiamo permettere a nessuno, con i propri veti, di fermare l'azione del movimento sindacale». Il leader Cisl ha anche annunciato che «chiederemo al governo che l'eventuale accordo con Confindustria sia applicato pure al pubblico impiego». E per questo, servirà un tavolo. E «se il governo si sottrarrà, siamo pronti allo sciopero che non sarà uno sciopero politico, com'è nella tradizione Cisl, ma uno sciopero sindacale».

Sulla scuola, Bonanni ha rimarcato come non si possa intervenire, su un tema così delicato e importante, con un «banale decreto convertito dal Parlamento». La Cisl chiede una riforma che sia qualcosa di più del «restyling dirigista fatto di grembiulino, voto in condotta, maestro unico. E tagli». Anche qui, «se il governo non ci convoca e apre a un confronto progettuale allargato pure a enti locali e regioni, siamo pronti ad andare in piazza per uno sciopero che sarà sindacale.