26 aprile 2024
Aggiornato 22:00
Bonifica territorio

Bonifica: audizione dei sindacati in terza commissione

Il disegno di legge che riordina il sistema regionale degli enti agricoli è stato al centro di un incontro tenutosi stamane tra i sindacati e la commissione attività produttive, territorio e ambiente del consiglio regionale

Il disegno di legge che riordina il sistema regionale degli enti agricoli è stato al centro di un incontro tenutosi stamane tra i sindacati e la commissione attività produttive, territorio e ambiente del consiglio regionale. Il segretario generale della Fai Cisl Basilicata, Antonio Lapadula, nel prendere positivamente atto della disponibilità dimostrata dal presidente della terza commissione, Franco Mollica, che ha risposto positivamente alle sollecitazioni del sindacato, ha ribadito che «il riordino dei consorzi di bonifica lucani non può prescindere da un pieno e non rituale coinvolgimento delle parti sociali, ma anche da una corretta valutazione degli effetti che la riforma determinerà sul modello organizzativo e sulla gestione delle risorse umane attualmente in capo ai singoli enti».

Lapadula ha sottoposto all'attenzione della terza commissione un documento in otto punti, approvato dal coordinamento dei lavoratori Fai dei tre consorzi, che riassume la posizione della Fai Cisl sulla riforma degli enti consortili. La Fai vuole vederci chiaro sul modello organizzativo che il governo regionale intende adottare per ristrutturare il comparto. «Nella sua attuale formulazione - ha spiegato Lapadula ai componenti della terza commissione - il ddl presenta delle incongruenze in fatto di riorganizzazione funzionale e accorpamento di uffici. La nuova legge deve indicare chiaramente se costituire un unico consorzio regionale o in alternativa due strutture territoriali indipendenti ed autosufficienti sia sul piano organizzativo che economico. Fermarsi a metà strada con formule pasticciate rischia di determinare solo confusione e sovrapposizione di competenze. Inoltre vogliamo capire - ha detto ancora Lapadula - come saranno organizzate le unità operative sul territorio, al fine di assicurare un servizio omogeneo in tutta la regione».

Il capitolo più spinoso resta, secondo la Fai Cisl, quello dei lavoratori precari impiegati in varie forme nei tre consorzi. La richiesta del sindacato è netta: «Il personale che ha svolto nel quinquennio precedente 151 giornate lavorative per almeno tre anni, anche non consecutivi, deve essere stabilizzato - ha detto Lapadula - così come si rende non più rinviabile il passaggio a tempo indeterminato del personale assunto con contratto a tempo determinato ciclico, dando così una risposta definitiva a diciotto anni di precariato».