26 aprile 2024
Aggiornato 00:30
Galan: «Anticipano il futuro di Venezia»

All’arsenale le bricole del rigassificatore

Sono quattro “torri”, abbinate due a due a formare strutture d’ormeggio dove le grandi navi possono attraccare in sicurezza anche in condizioni critiche

E’ stata una finestra sul futuro stesso di Venezia, quella che si è aperta oggi all’Arsenale, forse il più antico cantiere navale del mondo: dopo quasi un secolo di attività residuali, qui sono state realizzate due gigantesche «bricole», alle quali attraccheranno le navi gasiere per scaricare il loro carico al rigassificatore che le attende al largo di Porto Viro. Sono quattro «torri», abbinate due a due a formare strutture d’ormeggio dove le grandi navi possono attraccare in sicurezza anche in condizioni critiche: una realizzazione ingegneristica che recupera l’essenza stessa dell’Arsenale veneziano, per riproporla al massimo livello tecnologico, creando lavoro e prospettive reali, che vanno ben al di là di una concezione di Venezia città museo.

Stamani c’è stata la cerimonia di benedizione dei manufatti, preludio del varo e del loro trasporto al largo del Delta del Po, che avverrà a condizioni meteomarine ottimali. Ad assistere c’erano il Veneto e la Venezia che conta, a partire dal presidente Giancarlo Galan, che ha parlato di «questo» Arsenale come di un «ritorno al futuro», immaginandolo di qui a poco tempo «pieno di gente, che arriva in metropolitana sublagunare, per lavorare al centro tecnologico più avanzato del mondo in fatto di ingegneria idraulica, quello che gestirà il MOSE, e per raggiungere la darsena più ambita del Mediterraneo, dove attraccheranno le grandi barche che oggi lasciano la ricchezza che portano a con sé a Montecarlo o in altre località di grido».

«Qui tocchiamo con mano il Veneto che verrà – ha aggiunto – che recupera la sua storia e la esprime con forza, al livello più alto, trascinando con sé, con la sua crescita, il resto dell’Italia». E’ il Veneto che ha visto due settimane fa l’arrivo del rigassificatore, l’unico del Paese; mercoledì scorso l’avvio della posa dell’ultimo grande manufatto del Passante di Mestre; un sottopasso di 12 mila tonnellate spinto sotto una delle poche ferrovie a quattro binari del Paese; ieri la posa della prima pietra di un nuovo modernissimo ospedale da 400 posti; oggi queste opere. Che tecnicamente sono state chiamate «mooring dolphins», ma che Galan ha riportato alla dizione veneta di bricole, «però che razza di bricole: mai al mondo ne era stata concepita una così tecnologica, così avanzata, così gigantesca e straordinariamente innovativa, la più bella e nuova del pianeta».

«Quando sono venuto la prima volta, 14 anni fa – ha ricordato Galan – qui c’erano solo sterpaglie e molto si è dovuto lottare per recuperare un ruolo attivo all’Arsenale. Ancora oggi nel mondo non è conosciuta questa Venezia che fa, ma la Venezia del no. Certo, quando si fanno le cose è poi merito di tutti – ha concluso il presidente del Veneto – ma ad esempio sul terminal gasiero erano tutti contro: a favore c’erano il presidente della Regione, cioè io, e il presidente degli industriali di Rovigo. E oggi il rigassificatore è al suo posto».