28 marzo 2024
Aggiornato 20:30
Voucher vendemmia

Vendemmia flop per i voucher in Sicilia

La Via: «Ma è una grande opportunità»

Non sembrano riscuotere grande successo i voucher per pagare le prestazioni saltuarie di studenti e pensionati per la vendemmia 2008 in Sicilia. Secondo gli ultimi dati disponibili forniti dall’Inps, nell’Isola sono 2.078 i buoni venduti, rispetto a quasi 180mila di tutta Italia.

«E’ un dato - spiega l’assessore regionale all’Agricoltura, Giovanni La Via - che ci sorprende, essendo la Sicilia la prima regione vitata d’Italia, con oltre 120mila ettari. Evidentemente, la maggior parte delle aziende vitivinicole non è bene a conoscenza dell’opportunità che la legge offre, nell’ottica dell’emersione del lavoro nero. I vantaggi sono sia per i datori di lavoro, che potranno beneficiare di prestazioni nella completa legalità con copertura assicurativa Inail per eventuali incidenti, senza dover stipulare alcun tipo di contratto, che per i lavoratori, il cui compenso è esente da ogni imposizione fiscale e non incide sullo stato di disoccupato o inoccupato, oltre ad avere una copertura previdenziale ed assicurativa».

I voucher, istituiti con la legge Biagi del 2003, sono buoni da 10 euro che i datori di lavoro acquistano e che poi i lavoratori incassano per 7,50 euro netti. Il resto serve a coprire gli oneri previdenziali e assicurativi. I buoni possono essere acquistati sul sito www.inps.it o attraverso il numero Inps-Inail 803164.
Il primato dei buoni venduti in Italia, fino ad oggi, spetta al Veneto con 85mila, seguito da Piemonte con 37mila. Per quanto riguarda la Sicilia, invece, i 2.078 voucher sono divisi tra: Trapani (1850), Sciacca (136), Palermo (60), Noto (20) e Agrigento (12).

Dopo la convenzione, firmata tra Regione siciliana e le direzioni regionali di Inps e Inail nel maggio scorso, con cui si fissa il periodo di sperimentazione del «lavoro occasionale e accessorio» in agricoltura, introdotto dalla legge Biagi del 2003, a fine luglio la Regione ha siglato il regolamento attuativo, che estende il ricorso a questo tipo di prestazioni «a tutte le attività agricole di carattere stagionale»: quindi, esso potrà riguardare non solo la vendemmia, ma anche altri settori produttivi, come ad esempio la raccolta delle olive.