29 marzo 2024
Aggiornato 16:30
Il Governo ora è al completo

Sottosegretari: Monti, che fatica convincerli

Il Premier respinge le accuse di procedere troppo lentamente: lavoro giorno e notte per risolvere la crisi. Gasparri: il Pd e l’Udc ci hanno rifilato i loro amici politici. Marino: Il governo tagli le spese militari. Baccini: L’italia deve contare di più nell’Unione Europea. Ciampi: la Germania ha una responsabilità se ci troviamo in questa situazione

ROMA - «L’aver dovuto prestare opera di convincimento» nei confronti di alcuni membri dell'esecutivo ha ritardato la composizione della squadra, ha spiegato il Presidente del Consiglio. «Ciò è dovuto - ha rivelato - alla differenza di questo governo rispetto a un governo cosiddetto politico. Nei governi politici - ha detto il premier - la proposta di entrare in un governo è gradita ai destinatari e porta a una immediata e lieta accettazione, che fa parte della carriera di chi svolge il nobile mestiere della politica.

Monti: molti hanno sacrificato stipendio e carriera - Nel nostro caso - ha detto ancora il premier - ho dovuto esercitare opera di persuasione». Molti dei membri del nuovo governo, ha ricordato Monti, sono «persone che hanno rinunciato a trattamenti economici migliori e a carriere in nome dello spirito di servizio al paese».
Lentezza nel comporre la squadra di governo? Il presidente del Consiglio, Mario Monti, respinge le critiche e, al termine della cerimonia di giuramento dei sottosegretari, spiega che la composizione della squadra di governo ha richiesto tempo perché «le difficili condizioni non mi hanno consentito di dedicare ogni momento alla composizione della squadra di governo. Ho dovuto dedicare parte del giorno e della notte all'elaborazione di misure economiche importanti e a intrecciare relazioni in Europa».

Grilli in permanenza nel Consiglio dei Ministri - «La squadra di governo è più snella ma forte in termini di numeri rispetto al precedente governo, i ministri scendono da 26 a 19 e i vice ministri e sottosegretari scendono da 40 a 28». Lo ha sottolineato il presidente del Consiglio, Mario Monti, al termine della cerimonia del giuramento a Palazzo Chigi.
Il premier ha anche precisato che «il viceministro all'Economia e alle Finanze Vittorio Grilli sarà permanentemente invitato a partecipare alle riunioni dei Consigli dei ministri».

Governo senza conflitti di interessi - «Questo governo sarà di una trasparenza totale». Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Monti, al termine della cerimonia di giuramento di viceministri e sottosegretari, oggi a Palazzo Chigi. «Molte delle persone che sono qui - ha detto il premier riferendosi alla squadra di governo - hanno rinunciato a trattamenti economici superiori e a carriere. Attenti quindi a parlare di conflitti di interesse», perché, ha evidenziato il professore, molti hanno accettato l'incarico di governo «per spirito di servizio» nei confronti del paese.
Trattandosi poi di un governo tecnico, ha spiegato Monti, per far entrare in squadra alcune personalità «ho dovuto esercitare opera di convincimento, e questo vale anche per alcuni ministri».

Gasparri: Pd e Udc a caccia di poltrone - «Non capisco la pervicacia del Pd e dell'Udc di pietire due poltroncine, è patetico. Diano una dimostrazione di stile e rinunciassero. Sono stati commessi due errori (nella nomina dei sottosegretari del Governo Monti ndr.): non ho nulla di personale contro Giampaolo D'Andrea, ma è un uomo schierato e d'emanazione politica. Stessa cosa vale per Gianluigi Magri, sembra un tarzan che salta da un governo all'altro. Si è violato un principio: l'indicazione doveva essere solo tecnici e non politici». Lo ha detto Maurizio Gasparri, presidente del Gruppo Pdl al Senato, intervenendo ad Agorà su Rai Tre.

Marino: Prima delle pensioni pensare alle spese militari - «A Gasparri rispondo che il problema principale è che questa squadra si metta subito a lavorare. Tanti italiani in questo momento hanno tantissimi timori per quello che potrà succedere. Spero in una patrimoniale che colpisca davvero le ricchezze e abbiamo bisogno di misure che riducano il debito pubblico: ad esempio si potrebbero ottenere quindici miliardi di euro dalla vendita del patrimonio dello Stato inutilizzato, e tagliare le spese militari con un ricavo di ventinove miliardi, prima di pensare al taglio delle pensioni». Lo ha detto Ignazio Marino, senatore Pd, intervenendo ad Agorà su Rai Tre.

Baccini: Monti faccia contare l’Italia di più nella UE - «Bisogna Procedere con provvedimenti utili per la riduzione del debito. Il Governo ha un appoggio forte in parlamento, ora però è necessario riequilibrare le forze in Europa. Noi dobbiamo entrare in maniera più decisa nell'economia sociale e di mercato». Così Mario Baccini ha commentato a Unomattina la rassegna stampa sulla nuova squadra di governo che oggi si completerà con il giuramento dei sottosegretari a palazzo Chigi.

Ciampi: la Germania ha le sue responsabilità se stiamo così - Bisogna avere «fiducia nell'euro» ma «ognuno deve fare la sua parte». Parola del presidente emerito della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, che, in un'intervista al Messaggero, sottolinea che è indispensabile completare il percorso dell' Ue attraverso un «governo coordinato dell'economia e dello sviluppo». «Bisogna uscire dalla crisi - spiega Ciampi - anche se è ovvio che ci vuole la volontà di uscirne da parte di tutti». Per Ciampi «inutile blaterare dicendo che l'euro non va, mettendo in evidenza gli antichi dubbi di chi non voleva la moneta unica e ora sarebbe ben contento di vederne il fallimento».

Impossibile l’Euro senza politica economica comune  - «Nessuno - aggiunge il presidente emerito - ha mai detto di voler demolire gli Stati nazionali, ma occorre superare la cosiddetta zoppia di un'Europa con un governo centrale della moneta e priva della gamba economica comune». «Non sto nel cuore e nella testa di Angela Merkel - sottolinea il presidente emerito - non posso parlare per lei. Ma la Germania non deve dimenticare come si arrivò alla moneta unica e con quale stato d'animo». Infine, per Ciampi va bene l'ipotesi di Eurobond «se rappresentano un passo verso una conduzione più stretta dell'economia dei vari Paesi dell'area euro».