19 aprile 2024
Aggiornato 01:00
L'intervento

Torrenti contro Bini: «Si trova a gestire il Turismo senza averne conoscenza»

Per l'ex assessore è sbagliato privilegiare solo 15 o 20 iniziative. «Si rischia di diminuire la competitività del Friuli Venezia Giulia»

UDINE«Nelle dichiarazioni di Sergio Bini ci sono due contenuti condivisibili: il primo è lo stop ai contributi a pioggia, che comunque hanno un loro regolamento a bando, l'altro il suo definirsi un assessore anomalo». Lo afferma Gianni Torrenti, assessore regionale alla Cultura nella precedente amministrazione. «Bini è anomalo – spiega Torrenti - non tanto perché può tornare al suo lavoro una volta ultimata l'esperienza politica, come fanno quasi tutti, ma perché si trova a gestire la delega al turismo senza evidentemente avere conoscenza alcuna dell'argomento».

«Per l'evoluzione della sua stessa natura in questi ultimi anni – ha osservato Torrenti – il nostro è diventato sempre più un turismo diffuso che coinvolge vaste aree della nostra Regione, oggi particolarmente apprezzata proprio per le sue ridotte dimensioni, per la facilità di raggiungere dal mare i siti Unesco, le aree vitivinicole, così come le città cosiddette 'minori'. Ci sono luoghi come Venzone, San Vito al Tagliamento, Sacile, Sesto al Reghena, Spilimbergo, Valvasone, Muggia, Gemona, Marano, Torviscosa, Gradisca, il Carso, il Collio, le aree montane della Carnia, del Tarvisiano, del Piancavallo, le zone pasoliniane di Casarsa e dintorni. Località che si aggiungono a Gorizia, Pordenone, Udine, oltre alle mete classiche di arrivi, come Cividale, Aquileia, Palmanova, Villa Manin a Passariano, Grado, Lignano, che 'fanno i numeri' ma che sono e saranno competitive nel futuro solo se strettamente promosse assieme al resto del territorio, ai suoi beni culturali ed alle eccellenze enogastronimiche, e naturalmente Trieste».

Per Torrenti «è un mini-elenco assolutamente non esaustivo, a confermare che la Regione non si deve occupare di tutto, ma che il sostegno alle iniziative sul territorio deve essere molto articolato se vogliamo realmente aumentare la nostra attrattività. L'idea di banalizzare dicendo 'sosterremo le 15/20 più importanti' non porta a diminuire il consenso, porta a diminuire la competitività del Friuli Venezia Giulia»«Infine, le tasse le pagano tutti i cittadini della regione e credo sia corretto che se ne attendano una ricaduta – conclude Torrenti - non di consenso ma economica».