In Fvg ci sono 656 agriturismi con 4.360 posti letto
Per Claudio Cressati, presidente di Confagricoltura Fvg, ciò che serve ora è un maggior impegno nella promozione
UDINE - L’Italia turistica è scesa dal 1° posto mondiale occupato negli anni ’60, all’attuale 5° posto. Ma, nel contempo, il nostro Paese è al 1° posto in Europa per numero di agriturismi (91.112) e al 2° posto per numero di posti letto nelle stesse strutture (2.237.000). Nel 2017, i turisti stranieri che hanno viaggiato in Italia sono cresciuti, come mai dal 2010 (arrivi +9,8%, pernottamenti +5,6%). Questi arrivi, naturalmente, fanno bene anche all’economia agricola, tramite la ristorazione e l’acquisto di prodotti alimentari nei negozi, consumi prevalentemente orientati verso specialità tipiche. Nel 2017, l’introito connesso, stimato dal Centro Studi Confagricoltura, è di 390 milioni di euro per le aziende agricole e di 900 milioni di euro per quelle alimentari.
IN FVG 656 AGRITURISMI - La conoscenza dei prodotti agroalimentari e dell’enogastronomia del nostro Paese, sostenuta dal turismo, contribuisce anche all’incremento dell’export di settore e alla frequentazione dei ristoranti italiani nel mondo. Le aziende agricole traggono ulteriore beneficio economico dal turismo grazie all’ospitalità e alla ristorazione agrituristiche: il fatturato di queste attività, nel 2017, si può stimare in circa 1.675 milioni di euro, di cui 443 derivanti dall’offerta di alloggio e 1.232 dalla ristorazione. Confagricoltura stima che nel 2017, rispetto al 2016, gli arrivi e i pernottamenti nelle aziende agrituristiche siano cresciuti del 4,8%. «In Fvg gli agriturismi attivi sono 656 e aumentano annualmente a un tasso leggermente superiore alla media italiana - spiega Claudio Cressati, presidente di Confagricoltura Fvg –. Tali strutture, complessivamente, dispongono di 4.360 posti letto e 25.745 coperti».
SERVE MAGGIORE PROMOZIONE - Tuttavia, per quanto il 2017 sia stato un anno particolarmente positivo per il turismo, l’incremento degli arrivi di ospiti stranieri registrato dall’Italia è stato inferiore a quello registrato nei Paesi dell’Europa mediterranea (+12,6%). Fra il 2012 e il 2017, il differenziale negativo, fra la nostra crescita e la crescita media di area, è stato di 15 punti percentuali. «Si evidenzia, dunque, la necessità di: un maggior impegno nella promozione del turismo verso l’Italia, che rappresenta uno dei principali cardini dell’economia nazionale (12% del Pil, 14% dell’occupazione), e un sostegno importante anche per l’economia agricola; migliorare l’uso di internet per promuovere l’offerta turistica e agrituristica, e la vendita diretta dei prodotti delle aziende agricole, attenuando il ricorso a intermediari che intercettano quote di fatturato comprese fra il 10 e il 20%», suggerisce Cressati.
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