18 aprile 2024
Aggiornato 17:30
Legge elettorale

Il Consiglio approva la proposta di referendum abrogativo: l'opposizione protesta

Per il Pd in Aula «non c'è più maggioranza, ma un unico partito». Fedriga è convinto che sarà salvaguardato il principio di democrazia che parte dai territori

TRIESTE - Con i sì di un centrodestra che è rimasto compatto sino alla fine e i no delle opposizioni altrettanto compatte nell'esprimere contrarietà, la proposta di referendum abrogativo statale numero 1 a firma Lega è stata accolta dall'Assemblea legislativa del Friuli Venezia Giulia. A portarla all'attenzione della Corte di cassazione saranno i consiglieri Bordin e Bernardis (Lega) entro lunedì prossimo, 30 settembre.

Le parole di Fedriga

«Con questo voto il Friuli Venezia Giulia è protagonista nella difesa di un diritto fondamentale dei cittadini: quello di poter scegliere con il voto la maggioranza e quindi il governo nazionale. Proponiamo questo referendum assieme ad altre Regioni sostenendo un principio di democrazia che parte dai territori. Assieme a Veneto, Piemonte e Lombardia abbiamo deciso di portare avanti questa battaglia e ringrazio la maggioranza in Consiglio regionale, che ha voluto condividerla. Posizioni differenti hanno infatti trovato una sintesi per tutelare gli interessi anche dei cittadini del Friuli Venezia Giulia». Questo il commento del governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga.

L'ira del Pd

«Non c'è più maggioranza, ma un unico partito». Lo ha detto il consigliere regionale del Pd Cristiano Shaurli, intervenendo in Aula durante la discussione sul quesito referendario abrogativo in senso maggioritario della legge elettorale nazionale. A detta di Shaurli, dopo un anno e mezzo di niente, il Consiglio regionale ha dichiarato l'urgenza a una proposta «per obbedire agli ordini di Salvini, e l'unico passaggio almeno chiarito è che la Lega in Friuli Venezia Giulia è l'unico partito. Qui non abbiamo più una maggioranza, c'è un solo partito e gli altri sono 'sotans' (sottomessi, in friulano)». «La Lega fa il suo lavoro - ha aggiunto Shaurli -, gli altri non esistono più e si piegano, alla faccia dell'autonomia, al volere del capo nazionale. Qui non parliamo di questioni amministrative in cui c'è un rapporto fiduciario con il presidente, ma di politica. Solo per ragioni politiche è stato convocato il Consiglio regionale, per un atto di propaganda - ha concluso - che non interessa minimamente ai cittadini della nostra Regione».