18 aprile 2024
Aggiornato 20:00
MotoGP

Beltramo: Cambiate i giudici della MotoGP, ne servono di più severi

Paolone torna sulla polemica tra Marquez e Rossi: «Bisogna imporre più rispetto e meno arroganza a Marc, e i piloti devono temere le sanzioni dei commissari»

MILANO – Dopo giorni di polemiche, il nostro Paolo Beltramo è tornato sull'argomento caldo: il controverso duello tra Marc Marquez e Valentino Rossi nel Gran Premio d'Argentina. «La mia opinione resta la stessa – ribadisce Paolone – Credo che Marquez abbia esagerato, che andasse punito già dopo tutte le infrazioni che ha commesso nella partenza in cui gli si è spento il motore. Io gli avrei dato la bandiera nera».

I pareri degli ex
Dopo l'episodio al via, però, il Cabroncito è stato protagonista di altre due infrazioni: le entratacce su Aleix Espargaro e, appunto, Rossi. «Gli sono state date tre sanzioni nella stessa gara: tre cartellini gialli senza neanche un rosso. Per me è un po' troppo. Lo ha detto anche Schwantz che non può buttare per terra gli avversari; Agostini ha difeso Marquez, ma secondo me ai suoi tempi le sportellate non si facevano, perché altrimenti ti buttavano contro il muro e morivi. Bisognerebbe imporre a Marquez maggiore rispetto e minore arroganza, e consentire a Valentino di andare avanti tranquillamente nella sua carriera».

Ci vuole polso
Dunque, serve una riforma e un rafforzamento dei giudici: «La direzione gara non ha più peso sui piloti, perché se ne fregano, non hanno timore delle sanzioni. Insomma, Mike Webb e gli altri dovrebbero andare fuori ed essere sostituiti, magari con un sistema di ex piloti a rotazione come quello della Formula 1 e qualche commissario proposto dalla Federazione motociclistica internazionale. Questo potrebbe risolvere il problema». Intanto tra una settimana i due rivali si incontreranno di nuovo, sebbene a distanza: «Vedremo cosa succederà ad Austin, con le due conferenze stampa di Marquez e di Rossi trasmesse in diretta e poi quella classica dei piloti, a cui né l'uno né l'altro hanno l'obbligo di andare».