Nuovo problema per i tifosi: dove vedremo la prossima serie A?
Continuano le scaramucce e i dispetti a distanza tra il colosso Mediapro che ha acquistato i diritti della serie A e Sky e Mediaset che fin qui hanno garantito l’offerta del prodotto calcio ai loro abbonati.

MILANO - Come se non bastassero tutte le difficoltà per assistere «live» alle partite di calcio del campionato di serie A, colpa di stadi fatiscenti, infrastrutture inadeguate, mancanza di parcheggi e servizi all’altezza in quasi tutti gli impianti italiani, ecco fare capolino all’orizzonte un nuovo problema che potrebbe scombussolare i piani di tutti coloro hanno ormai rinunciato a vedere il calcio dal vivo accontentandosi della tv. È notizia ormai di dominio pubblico che la Lega Calcio ha venduto i diritti del campionato italiano di serie A al colosso spagnolo Mediapro, di fatto estromettendo Sky e Mediaset che fin qui hanno garantito l’offerta del prodotto calcio ai milioni di tifosi abbonati. Un problema che le due aziende operanti sul suolo italico hanno cercato di aggirare stringendo una sorta di alleanza con scambi di canali e favori vari.
Alleanza non gradita
Scatenando però così la reazione degli spagnoli: «L'accordo tra Mediaset e Sky Italia può diventare un problema per il calcio italiano - le parole di Jaume Roures, socio fondatore e manager di Mediapro, all’agenzia Reuters -. L’accordo tra Mediaset e Sky cambia completamente il mercato. Non è un problema per Mediapro. Se la concorrenza svanisce è un problema per il mercato e potrebbe diventarlo per il calcio in Italia. Non abbiamo acquistato i diritti della Serie A con una prospettiva di corto respiro e non siamo preoccupati del risultato dell’asta».
Canale tematico
Sembra sempre più chiaro l'obiettivo di Mediapro, convincere la Lega Serie A a creare un canale della Serie A da distribuire su diverse piattaforme, creando un serio imbarazzo a Sky che da anni fa del prodotto calcio il fiore all’occhiello da proporre ai propri abbonati. «Continueremo a spingere per la soluzione del canale - continua Roures -. Pensiamo che, vista la situazione, la Lega e i club saranno più recettivi e ci ascolteranno, anche se al momento escludono tale opzione. Riguardo l’asta, è vero che il 21 di aprile sarà il termine per presentare le offerte, ma poi avremo un periodo di 60 giorni in cui potremo condurre trattative private con gli operatori. La vicenda non è una questione che si risolverà nelle prossime settimane. Abbiamo tempo fino alla metà di giugno e poi ci sono due mesi di tempo per convincere la Lega a creare il canale. Il calendario non è molto agevole ma noi in due mesi possiamo allestirlo tranquillamente, non dico che sia semplice, ma è una parte del nostro lavoro».
In tutto questo baillamme però, questo scontro tra titani del broadcasting, nessuno che si sia fatto la domanda più importante: e ai tifosi chi ci pensa?
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