Vinales, rassegnati: «La linea in Yamaha la detta Valentino Rossi»
Le indicazioni di Top Gun, l'anno scorso, portarono fuori strada i tecnici. Così, stavolta, la casa dei Diapason punta tutto sul Dottore: «Lui conta di più per lo sviluppo»
ROMA – Un errore che la Yamaha non intende più ripetere: dare più retta ai consigli di Maverick Vinales che a quelli di Valentino Rossi. Se la scorsa è stata, infatti, una delle stagioni peggiori della storia recente della casa dei Diapason, la colpa è stata anche del fatto che a dettare la linea dello sviluppo tecnico non è stato il Dottore, ma il suo neo-compagno di squadra. I tempi record macinati dal nuovo arrivato nei test invernali e nelle prime gare avevano indotto i tecnici di Iwata a fidarsi delle indicazioni di Top Gun, che sembrava perfettamente a suo agio con l'ultima versione della M1. Il fenomeno di Tavullia, al contrario, non ne era mai stato convinto, preferendole il modello dell'anno precedente: e alla fine, quando il Mondiale è entrato nel vivo, il marchio giapponese si è purtroppo accorto, a sue spese, che aveva ragione lui.
Gli ingegneri si schierano
Il telaio 2017 si è presto rivelato un fiasco: quando la temperatura e quindi l'aderenza calavano, andava costantemente in crisi di trazione. Così, nel momento in cui finalmente il team in blu ha deciso di tenere nella doverosa considerazione le parole del nove volte iridato, la conseguenza inevitabile è stata quella di accantonare tale fallimentare esperimento in via definitiva. L'ultima nata di casa Yamaha, in effetti, riparte proprio dalla base del 2016, quella preferita da Vale, e i miglioramenti sono stati immediatamente evidenti fin dai primi test pre-campionato, sia nei tempi sul giro che nella soddisfazione dei due piloti.
Il peso della storia
Certo, il lavoro da fare per riportare la moto nipponica al livello delle principali rivali, dalla Honda alla Ducati, resta molto: specialmente sul fronte dell'elettronica, la cui gestione meno sofisticata provoca un'eccessiva usura della gomma posteriore. Ma, stavolta, a indicare la direzione da seguire per far ulteriormente progredire la M1 sarà Valentino Rossi, dall'alto della sua esperienza di ventun anni di Motomondiale, dodici dei quali passati in questa squadra. «Il giudizio di Vale ha più importanza di quello di Maverick e questo è normale – non si fa problemi ad ammettere il team manager Maio Meregalli ai microfoni del sito specializzato internazionale Motorsport – Rossi ha 39 anni e Vinales 23. Maverick deve imparare da questo e trarne beneficio. È vero che ogni pilota ha un suo stile di guida e ha bisogno di alcune cose specifiche, ma la nostra moto può essere guidata in un solo modo e, se la base è buona, saranno felici entrambi».