Mirabelli e quel confronto tra Belotti e Cutrone
Emergono alcuni retroscena sulla decisione del Milan di mollare il centravanti del Torino e puntare sul giovane bomber di casa che ha stregato il direttore sportivo rossonero

MILANO - Andrea Belotti, ad un certo punto del mese di luglio, sembrava vicinissimo a vestire la maglia del Milan in una trattativa che pareva viaggiare spedita verso la direzione Milano-Torino. Poi la richiesta esosissima di Cairo e la volontà dei rossoneri di non spingersi oltre l’offerta di circa 60 milioni totali ha frenato il tutto, lasciando Belotti al Torino e il Milan alla ricerca di un altro centravanti, almeno fino all’esplosione di Patrick Cutrone, bomber casereccio, aggregato da Montella alla prima squadra, ma subito in grado di ritagliarsi un ruolo da protagonista con gol in Europa e in campionato dove ha piazzato due reti nelle prime due giornate contro Crotone e Cagliari. Niente più punta esotica, niente più extra-budget per il mercato, perché il Milan crede in Cutrone e nelle sue potenzialità, la società e Montella sono convinti che un attacco con il giovane talento comasco, Kalinic ed Andrè Silva sia più che buono per essere competitivi in serie A, in Coppa Uefa e in Coppa Italia.
Investitura
Convinto è soprattutto Massimiliano Mirabelli, direttore sportivo e responsabile dell’area tecnica milanista, letteralmente folgorato da questo attaccante tanto timido e riservato fuori dal campo, quanto leone coraggioso nel rettangolo verde; Mirabelli ha confidato ai suoi collaboratori che Cutrone ha potenzialità e qualità per diventare anche migliore di Belotti e di ritenerlo potenzialmente anche più forte. Solo il tempo dirà come stanno realmente le cose, ma certo è che con un’investitura simile, Cutrone non può che lavorare con ancora più entusiasmo in una società che ha piena fiducia in lui e che, età o non età, ha preferito interrompere la ricerca di un nuovo centravanti per puntare su quel ragazzo di casa, forse anche migliore di tanti altri talenti in giro per l’Europa.