28 marzo 2024
Aggiornato 10:00
MotoGP | La delusione

Iannone nell'occhio del ciclone: colpa di Belen o sua?

Ieri al Sachsenring ha lottato per la top ten, ma poi è finito comunque per terra. Al giro di boa della stagione, il pilota della Suzuki ha soli 28 punti ed è 16° in classifica. E mentre la casa giapponese cerca un suo sostituto, su di lui piovono critiche, non solo per la sua relazione da copertina

Andrea Iannone ai box della Suzuki al Sachsenring
Andrea Iannone ai box della Suzuki al Sachsenring Foto: Michelin

ROMA – Qualche timido miglioramento, nel Gran Premio di Germania di ieri, in effetti si è visto: una buona partenza e un passo simile a quello dei migliori ha portato Andrea Iannone a lottare per le prime dieci posizioni. Ma il risultato finale è stato di nuovo lo stesso: al venticinquesimo giro ha perso il controllo dell'anteriore della sua Suzuki, e la sua gara al Sachsenring è finita nella ghiaia. Giunti al giro di boa della stagione, il feeling tra il Maniaco e la sua Gsx-Rr, insomma, continua a non decollare, con esiti disastrosi: in classifica generale langue addirittura al sedicesimo posto, con appena 28 punti all'attivo. Lui continua ad apparire sempre più deluso e demotivato, la casa giapponese comincia a guardarsi intorno sul mercato (secondo indiscrezioni avrebbe aperto una trattativa con Jack Miller), i maligni del web sostengono che sia distratto per colpa della sua relazione con Belen Rodriguez, ma c'è anche chi ha un'idea più precisa su cosa non stia funzionando.

Potenziale da podio
Si tratta di Kevin Schwantz, ex campione del mondo di motociclismo e storica bandiera della Suzuki, che, presente nel paddock in Germania, ha riservato parole dure al pilota di Vasto: «Non so esattamente cosa stia succedendo nella squadra, non sono stato loro abbastanza vicino, ma so per esperienza che se le cose non vanno bene, c’è solo un modo per uscirne, ed è lavorare – ha tuonato l'iridato 1993 alla Gazzetta dello Sport – Devi provare, provare e provare, devi fare più di tutti gli altri per cercare di recuperare. In ogni caso, non credo che la moto sia così inferiore alle avversarie, c’è Iannone che si è perso, perché sembra volere una Suzuki che si comporti come la Ducati, ma questa moto non sarà mai una Ducati e invece dovrebbe provare a sfruttarne i punti di forza. Parlando con lui, sembra che la moto non abbia nessun punto di forza, ma questa è semmai un'evoluzione della moto con la quale Maverick (Vinales, ndr) ha corso la scorsa stagione. Guarda le altre moto, la Yamaha all’inizio della stagione sembrava in crescita e poi è sembrata un po’ calare, la Honda è più o meno allo stesso livello del 2016, la Ducati mi sembra un po’ più consistente. Di conseguenza, noi dovremmo essere ancora lì a giocarci qualche podio, non finire le due sessioni di venerdì all’ultimo posto. Lo sapete quanto è duro essere ultimi? Uno come Iannone, con l’esperienza e quello che ha fatto in passato, dovrebbe essere lì a lavorare, fare più giri di tutti nelle prove. Nelle prove sull’asciutto non ha fatto 30 giri come invece Marquez. Perché? Dovrebbe star fuori e girare, girare e girare, poi rientrare e parlare con gli ingegneri e dire come funziona la moto. Se lo ascolti parlare lo senti dire che la moto non frena, non gira, non va. Non capisco l’italiano e forse è un bene, ma il suo linguaggio del corpo è quanto più di negativo ci possa essere».

Fiume in piena
I rischi fanno parte del gioco, e se Iannone non è pronto ad assumerseli, secondo Schwantz «allora dovrebbe andare a giocare con i go-kart. Fai un lavoro che migliaia di persone sognano, hai una casa ufficiale, hai decine di ingegneri che lavorano per te e che sono pronti a fare tutto quello che chiedi loro, se solo quel che dici avesse senso e dessi loro una direzione. Per me è una situazione triste, perché tutti sanno che questa non è una moto da 20° posto». L'ex pilota statunitense ha anche parlato con Andrea in occasione dell'ultimo Gran Premio di Austin, dove si lamentò più o meno con le stesse parole: «Mi ha detto, oh Kevin, non puoi immaginarlo, la moto non si ferma, non accelera, non gira, però se guardi ad altre gare la moto non mi sembrava così male. A me piacerebbe dirgli quello che io e tutti vediamo, ma probabilmente non gli piacerebbe sentirselo dire».