Nadal, decimo trionfo al Roland Garros
A tre anni dall'ultimo successo, Rafael Nadal riscrive ancora una volta la storia del Roland Garros vincendo per la decima volta gli Internazionali di Francia, il più massacrante e duro tra i quattro tornei dello Slam. Lo svizzero Wawrinka si arrende in tre set: 62 63 61.
PARIGI - Rafa Nadal, 31 anni da una settimana, riesce nell'impresa di alzare per la decima volta la Coppa dei Moschettieri, entrando dunque nella storia: 62 63 61 l'eloquente punteggio con cui, in due ore e 5 minuti, ha dominato in una finale a senso unico lo svizzero Stan Wawrinka, numero 3 della classifica mondiale e del tabellone, tornato nell'ultimo atto a Parigi due anni dopo il trionfo datato 2015. La fatidica «Decima» al Roland Garros, arrivata tre anni dopo il successo su Novak Djokovic, è anche il 15esimo titolo Slam che finisce nella bacheca di Nadal - secondo a Roger Federer, che ne ha centrati 18 -, in 22 finali in carriera, e la quarta affermazione stagionale dopo i trionfi a Montecarlo, Barcellona e Madrid: sono adesso 73 i trofei vinti da Rafa, 53 dei quali sulla terra.
In fondo al torneo senza perdere un set
Un percorso netto da applausi, quello del maiorchino, che è giunto in fondo senza cedere un set e lasciando per strada appena 35 game in tutto: solo Bjorn Borg ha saputo fare meglio nel 1978 quando cedette 32 giochi lungo l'intero cammino all'ombra della Torre Eiffel. I numeri dicono che Rafa è il leader nel 2017 per i match vinti (43, di cui 24 sulla terra, a fronte di 6 sconfitte) e non a caso il trionfo al Bois du Boulogne lo riporta sulla seconda poltrona della classifica mondiale, posizione da cui mancava dall'ottobre 2014, impedendo proprio a Wawrinka di accomodarcisi per la prima volta.
Nadal: «Parigi il campo che amo di più al mondo»
«E' difficile parlare oggi - le parole di Nadal al momento della premiazione - Posso dire solo grazie a chi organizza, alla federazione per tutto quello che fa per i giocatori; volontari, sicurezza, raccattapalle, giudici, ragazze alla reception. E' un torneo speciale che preparo in maniera speciale. Grazie a mio zio - Toni, il suo allenatore ndr - senza di lui non avrei vinto nemmeno un trofeo, altro che dieci. E' il campo che amo di più al mondo». Da Wawrinka l'omaggio allo spagnolo: «Poco da dire - aggiunge - Rafa è stato troppo forte. Complimenti a te ed al tuo team. Per me è sempre stato un onore giocare contro di te, ancora di più in una finale di slam. Mi spiace non ho realizzato un sogno ma voglio realizzare tutti quelli che sono qui: i miei amici, mia fgiglia, il mio team. Grazie per il lavoro che avete svolto. Sono state due settimane incredibili, stupende. Oggi è stato un po' più difficile. Ho avuto tanto sostegno, la cosa che mi rende felice è l'ambiente che c'è stato anche oggi in finale».