Marquez vincitore non è una sorpresa. Rossi capolista sì: «Non ci credevo nemmeno io»
Ad Austin trionfa ancora una volta Marc, rilanciandosi in campionato dopo la caduta in Argentina. Ma davanti a tutti nel Mondiale torna Valentino: «Che non sarà stato il più veloce finora, ma il più costante sì», ammette il rivale

AUSTIN – E con questa fanno cinque. Marc Marquez cala il pokerissimo di vittorie in Texas, con un trionfo atteso, pronosticato, eppure ancora più pesante di quelli passati: «Era importante vincere oggi, ancor più dopo la mia caduta in Argentina». Stavolta i ruoli si sono invertiti: a finire per terra, già al terzo giro, è stato il suo rivale Maverick Vinales, mentre Magic Marc si è confermato senza avversari, o quasi, sulla pista di Austin: «Nemmeno quando ho saputo della caduta di Maverick i miei piani sono cambiati – racconta – All'inizio Pedrosa andava molto forte, ma io dovevo solo trovare il limite della gomma dura. Quando ho visto che ha iniziato a soffrire, ho capito che era giunto il momento di attaccare. Da quel momento in poi sono riuscito a gestire la gara tenendo la situazione sotto controllo. Ed è stata la condotta perfetta». Se le prime due gare fuori dal podio gli avevano fatto correre il rischio di uscire prematuramente dalla corsa al titolo, dunque, questo successo rilancia l'iridato in carica: «Dicevano che ero già troppo lontano, ma la stagione è lunghissima – se la ride ora il pilota della Honda – Certo, era importante non sbagliare di nuovo e vincere almeno una gara prima di tornare in Europa. Prima della gara ho guardato la tv e ho visto che ero ottavo in classifica, ora invece sono di nuovo terzo e questo è positivo».
Comanda il pensionato
Eppure, in testa al Mondiale non c'è lui, e nemmeno Vinales. Per la prima volta da oltre un anno, sul tetto del mondo si riaffaccia Valentino Rossi. Che non avrà ancora vinto un GP in questa stagione, ma è stato l'unico finora a salire sempre sul podio: «Anche oggi è stata dura, ma sono riuscito a restare vicino alle Honda – spiega il Dottore – Marquez era il più veloce, ma Vinales è caduto e a quel punto ho pensato: 'Sono in testa alla classifica!'. Me la sono giocata con Pedrosa: sapevo di essere più forte in alcuni punti e speravo di riprenderlo. Quando ho visto che era in crisi con le gomme, sulla parte destra, ho pensato solo a portare a casa più punti possibile. In effetti sul finale ne avevo di più, anche grazie alla moto: ci ho messo un po' a capirla, ma con le gomme usate è molto efficace, al contrario di quella dell'anno scorso».
Penalizzazione inspiegabile
Ma il sorpasso su Dani Pedrosa e l'allungo finale hanno consentito al numero 46 anche di neutralizzare la penalità di tre decimi inflittagli dai giudici per il taglio di una curva. Una decisione quantomeno discutibile: è vero che Vale è finito fuori pista, infatti, ma solo perché era appena stato toccato dal debuttante Johann Zarco nel corso di un pericoloso tentativo di sorpasso. «Voglio parlare alla direzione gara – ha dichiarato il nove volte iridato dopo la bandiera a scacchi – Non avevo scelta: o tagliavo la curva, o avrei fatto un incidente. E poi, quando sei a 180 km/h e vedi un'ombra nera sulla sinistra, non hai tempo di decidere: vai dritto e basta. Il problema è Zarco, perché è un grande talento ma ha commesso un errore. Questa non è la Moto2, non si può superare così». Pronta è arrivata la difesa del giovane francese: «Ho provato a superare Valentino – ha spiegato – perché in quel momento della gara mi sentivo molto bene, invece dopo ho perso contatto, era più veloce di me. Era necessario provarci in quel modo, perché avevo l'opportunità di passarlo: se mi fosse venuto un dubbio forse ci saremmo toccati».
Vale impeccabile
Poco male, però, perché quello che conta è il risultato finale: «Il mio migliore ad Austin, che mi porta in testa. Una sorpresa per molti, anche per me». Valentino Rossi sembra tornato quello del 2016 (biscotto a parte): all'inseguimento in prova, ma agguerritissimo in gara. E soprattutto capace di non sbagliare un colpo. Tanto che anche il suo nemico numero uno, Marc Marquez, è costretto a fargli i complimenti: «Forse nelle prime gare non è stato il più veloce, ma il più costante sì. Perciò si merita il massimo rispetto. E magari posso perfino imparare qualcosa da lui».
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