25 aprile 2024
Aggiornato 12:00
Un tempo era Newey a inventarsi queste genialate. Oggi, invece...

Red Bull disperata, prova a fare la spia: «Quel fondo della Ferrari è illegale»

I Bibitari puntano il dito contro la soluzione della minigonna flessibile studiata dai tecnici di Maranello, che si riscalda e si piega quando la macchina è in pista. Peccato che sia perfettamente regolare, perché le verifiche si svolgono a freddo.

La zona incriminata del fondo vettura della Rossa
La zona incriminata del fondo vettura della Rossa Foto: Ferrari

AL SAKHIR – Una Ferrari così veloce come quella vista nei primi Gran Premi dell'anno dà fastidio agli avversari. Che per tutta risposta, invece di migliorare le loro macchine, hanno pensato bene di cercare di azzoppare la Rossa. È il caso della Red Bull, che ieri ha presentato ufficialmente alla Federazione internazionale dell'automobile (non ancora per una protesta effettiva, ma per una richiesta di chiarimento) un filmato comparso nei giorni scorsi sui social network. Un video che mostra proprio la SF70H in azione, mentre il suo fondo si piega parecchio verso l'esterno. Un po' troppo, perché i commissari la possano considerare regolare: è proprio questo che malignano i Bibitari.

Colpo di genio
È vero che la Ferrari è la squadra che ha maggiormente sfruttato la libertà concessa dalle nuove regole in quella zona del fondo vettura. La prima versione era un semplice condotto nascosto all'interno, che ha sollevato i primi sospetti quando proprio al di sopra sono stati montati dei sensori di temperatura. Questo condotto servirebbe a trasportare l'olio al cambio, con un canale separato per evitare un ulteriore surriscaldamento all'interno della monoposto. In Cina, però, la Scuderia ha fatto un ulteriore passo avanti, montando un sottile labbro sulla superficie superiore del fondo, a forma di polmone. Una soluzione che non solo migliorerebbe l'efficienza aerodinamica, ma anche la rigidità di quella zona, che in effetti per regolamento non deve flettere eccessivamente. Almeno, quando la macchina è ferma. Quando è in pista, infatti, l'olio caldo riscalda anche il fondo, che lateralmente si piega (e anche parecchio, fino a ben quattro centimetri) sigillando lo scivolo del diffusore, come una minigonna, ed evitando fastidiose turbolenze aerodinamiche. Una genialata, insomma, quella partorita dal reparto tecnico di Maranello. Che però (la Red Bull se ne faccia una ragione) è perfettamente regolare: le verifiche di flessibilità a cui viene sottoposto il fondo, infatti, vengono svolte a freddo, con l'auto ferma, e in quelle condizioni il fondo resta perfettamente rigido, come vogliono le regole. Dev'essere proprio questo ad aver fatto infuriare tanto il team inglese: un tempo, infatti, era il loro guru dell'aerodinamica Adrian Newey lo specialista in questo tipo di trucchetti. Oggi, invece, si è fatto bagnare il naso da una Ferrari finalmente risvegliata, capace di interpretare con furbizia ogni piega delle regole.

Ritorsione
E poi, quello della Red Bull suona tanto come un tentativo di vendetta contro il Cavallino rampante, colpevole di avere fatto quest'inverno un'analoga soffiata alla Federazione che ha portato alla proibizione delle sospensioni idrauliche (quelle sì, veramente irregolari perché modificavano l'altezza da terra in corsa) attorno alle quali Newey aveva disegnato la loro macchina. Sarà per questo che le Lattine, in questo inizio di stagione, non hanno brillato come ci si aspettava? «Purtroppo no – ha cercato di svicolare ieri il team principal Chris Horner – Mi piacerebbe accampare questa scusa, ma la realtà è che il sistema che utilizziamo quest'anno è quasi identico a quello della stagione passata. Durante l'inverno abbiamo provato a seguire una diversa strada di sviluppo ma non l'abbiamo mai realizzata perché pesava troppo. Quindi quel chiarimento, semmai, ha impedito degli ulteriori ricerche future. I nostri problemi, direi, sono più aerodinamici che meccanici». Problemi che la Ferrari ha ormai brillantemente risolto, a modo suo.