Lewis Hamilton non ha perdonato la Mercedes: «Mi hanno mancato di rispetto»
Ora che, con il ritiro di Nico Rosberg, è rimasto l'unico leader indiscusso della squadra, il pilota anglo-caraibico si toglie tutti i sassolini dalle scarpe: «Gli ordini di scuderia ad Abu Dhabi, gli scambi di meccanici e le rotture di motore...»
ROMA – A sentir parlare il team principal Toto Wolff, il litigio tra la Mercedes e la sua prima guida Lewis Hamilton fa ormai parte del passato. Il tre volte campione del mondo, però, non sembra pensarla allo stesso modo. Nonostante il boss delle Frecce d'argento abbia già recitato un pubblico mea culpa, infatti, l'anglo-caraibico non ha proprio digerito gli ordini di scuderia impostigli dal muretto box durante l'ultimo e decisivo Gran Premio della stagione, ad Abu Dhabi, che infatti ha deciso di ignorare platealmente dall'abitacolo: «Quello è stato uno dei tanti momenti scomodi dell'anno – ha commentato nell'intervista di fine stagione rilasciata alla televisione inglese Channel 4 – In ultima analisi, alla luce di quello che è stato detto a posteriori, penso che le persone che hanno parlato mi abbiano mancato di rispetto. Decisamente non mi aspetto un comportamento del genere da parte di chi ha la responsabilità di gestire così tanti uomini. I nostri problemi sono stati risolti? No». E pensare che, solo un giorno dopo aver registrato quest'intervista, Hamilton aveva pubblicato un videomessaggio su Instagram sostenendo che lui e Wolff si erano chiariti grazie ad un «favoloso» incontro durato parecchie ore nella sua cucina, aggiungendo che il loro sodalizio si sarebbe rivelato «ancora più forte» nell'anno a venire. Al di là delle parole concilianti di circostanza, comunque, il pilota rimane fermo sulle sue posizioni, difendendo la decisione di fare da tappo al compagno-rivale Nico Rosberg nella sfida finale per il titolo iridato: «Non ho affrontato la gara con un piano predefinito. Ovviamente volevo vincere, partire bene e passare in testa. Sapevo di avere un passo sufficiente per andare in fuga, ma a che cosa mi sarebbe servito?».
Ora comanda lui
E gli ordini di scuderia non sono l'unico sassolino che Lewis ha deciso di togliersi dalla scarpa ora che, grazie al ritiro di Rosberg, è rimasto l'unico leader incontrastato della scuderia. Un'altra imposizione dall'alto che ha più volte dichiarato di non gradire è stato lo scambio di meccanici e tecnici in corsa tra il suo staff e quello di Nico, che a suo dire avrebbe rovinato l'affiatamento all'interno del suo box. Una situazione spiacevole, insomma, che Hamilton farà di tutto per evitare di rivivere nel 2017: «L'anno prossimo parlerò con Toto e gli dirò: 'Guarda, non voglio che cambiate la mia squadra' – tuona – Voglio mantenere tutti i miei ingegneri e i miei meccanici, non ci dev'essere nemmeno una persona che se ne vada. In questa stagione non è andata così, io ho subìto dei cambiamenti che non sono toccati al mio compagno di squadra, e non so perché l'abbiano fatto. Ma, a parte questo, andiamo a correre. Sono concentrato, e spero che il team sia concentrato su di me: ora sono il loro unico campione del mondo, perciò mi augurino che lo rispettino e che apprezzino tutto l'impegno che ci metterò nel 2017». E quanto alle accuse di complotto ai suoi danni che ha più volte rivolto alla Mercedes nel corso del campionato, per via delle numerose rotture di motore di cui è stato vittima, al contrario del suo compagno di squadra? «Si può pensare che tutte le cose che sono successe siano solo una coincidenza, ma quando ti metti qualcosa in testa, sta lì».
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