27 aprile 2024
Aggiornato 01:30
Tante rotture e qualche presunto favoritismo

Hamilton, nuove accuse di complotto: «La verità la saprete tra 10 anni»

Lewis torna ad alludere che la Mercedes abbia deciso di fargli perdere questo Mondiale, spostando i suoi meccanici e i suoi ingegneri a lavorare con Nico Rosberg: «Quello che è successo è interessante, lo scriverò in un libro»

Lewis Hamilton ieri in conferenza stampa ad Abu Dhabi
Lewis Hamilton ieri in conferenza stampa ad Abu Dhabi Foto: Mercedes

ABU DHABI«Tra dieci anni scriverò un libro. Compratelo, così scoprirete esattamente quello che è successo. Sarà una lettura interessante». Quel complotto della Mercedes contro di lui, che nella furia seguita alla spettacolare esplosione del motore in Malesia aveva esplicitamente denunciato, stavolta Lewis Hamilton si è limitato ad evocarlo, nel faccia a faccia con il rivale Nico Rosberg di fronte ai giornalisti organizzato proprio alla vigilia del decisivo Gran Premio di Abu Dhabi. Ma se le sue parole stavolta sono meno dirette e più allusive, il concetto che passa è comunque sempre lo stesso: «I lati più negativi della mia stagione sono stati i cedimenti del motore, che pure nei test non si rompeva mai». Come è possibile che la sua Freccia d'argento si sia guastata così tante volte (oltre che a Sepang, anche in Cina e in Russia) mentre quella identica del suo compagno di squadra non ha accusato il benché minimo problema di affidabilità? Non è che i tedeschi, dopo due campionati di fila vinti da un pilota con il passaporto inglese, quest'anno hanno manovrato sottobanco per realizzare l'obiettivo di trionfare con un loro connazionale?

Cambio di uomini
Siccome non siamo in un film di spionaggio, naturalmente, Hamilton non accusa il suo team di aver messo le mani sul suo propulsore con il preciso intento di sabotarlo. Piuttosto, il campione in carica si chiede come mai i piani alti abbiano deciso, alla vigilia di questa stagione, di spostare cinque meccanici e tre ingegneri dalla sua macchina a quella di Rosberg e viceversa, compromettendo così la perfetta intesa di un'equipe capace di dominare due Mondiali di fila. «È un'ottima domanda, di cui non ho mai capito l'esatta risposta», ha sorriso ironicamente l'anglo-caraibico in conferenza stampa. A illustrare la versione ufficiale ci pensa il suo compagno: «Il modo più facile di rispondere è guardare allo spirito di squadra che questa mossa ha creato – ha ribattuto Nico – Sono tre anni che lottiamo, per le vittorie e per i campionati, perciò sarebbe stato piuttosto naturale che si formasse una piccola separazione tra i due lati del garage. Per la prestazione generale del team, questo non sarebbe stato positivo, perché serve unità, serve che tutti lavorino insieme e si muovano nella stessa direzione. Per questo è stata presa la decisione di far ruotare un po' gli uomini. Direi che la stagione ha dimostrato che questa sia stata un'ottima scelta, perché il nostro spirito di squadra è stato migliore che mai, lo abbiamo visto anche recentemente. Anche se inizialmente ho fatto fatica ad adattarmi, perché i meccanici sono persone molto vicine a me, con cui mi trovo bene, dal punto di vista del team è stata la cosa giusta da fare e ha funzionato». Se ha funzionato tanto da fargli vincere il suo primo Mondiale, lo scopriremo domenica. Per conoscere i reali retroscena, invece, forse ci toccherà attendere davvero un altro decennio.