28 marzo 2024
Aggiornato 10:00
Stagione non del tutto soddisfacente per il campione maiorchino

Lin Jarvis: «Nel 2016 Jorge Lorenzo ha pensato troppo alla Ducati»

Il boss della Yamaha attribuisce alle distrazioni dovute alla firma del suo contratto per il prossimo anno abbia influito sul rendimento di Por Fuera: «Una parte dei suoi pensieri erano già proiettati al futuro, non si è concentrato»

Lin Jarvis con Valentino Rossi e Jorge Lorenzo
Lin Jarvis con Valentino Rossi e Jorge Lorenzo Foto: Yamaha

ROMA – Come giudicare il 2016 di Jorge Lorenzo? Vale di più il terzo posto finale in campionato o il fatto che sia uscito così presto dalla lotta per il titolo? Bisogna dare più peso alle sue quattro vittorie o piuttosto alla striscia negativa di metà stagione? Difficile rispondere, perfino per il suo ex team manager Lin Jarvis. Che, però, un'idea sui motivi per i quali Por Fuera non è riuscito a tenere il passo dei suoi diretti avversari Marc Marquez e Valentino Rossi durante il corso dell'anno se l'è fatta: «In generale, la continuità porta risultati – spiega al sito inglese Crash – Ovviamente non sempre, perché si può andare continuamente male. Ma se non si hanno altre distrazioni, ci si può concentrare soltanto sul lavoro da fare, e questo in genere è utile, perché per vincere a questo livello bisogna che tutto giri per il verso giusto. Perciò il fatto che Jorge abbia deciso di cambiare squadra a inizio stagione è difficile quantificare o giudicare che effetto abbia avuto sulle sue prestazioni, ma sicuramente è stata una distrazione. Su questo non c'è alcun dubbio».

Distrazione Ducati
La decisione di firmare il contratto con la Ducati già a metà aprile, dunque con quindici dei diciotto Gran Premi stagionali ancora da disputare con la casacca della Yamaha, insomma, ha pesato più di quanto si potesse pensare sul rendimento del campione maiorchino. Che infatti, guarda caso, proprio da quel momento in poi ha iniziato la fase calante della sua annata. E non solo per le sue tante difficoltà a gestire le gare sul bagnato: «Magari continui ancora a pensare al 95% sul lavoro da fare, ma c'è comunque un 5% di pensiero che è proiettato al futuro, alla Ducati, a ciò che succederà – ha proseguito Jarvis – Perciò non posso dire che influenza diretta abbia avuto, ma sicuramente è più facile per il team gestire una stagione completa quando si sa che i due piloti resteranno anche in futuro. E penso che per il pilota valga la stessa cosa. Ciò detto, siamo arrivati secondo e terzo in campionato, dunque per fortuna quando i nostri piloti hanno indossato il casco sono riusciti a cancellare tutto il resto e a restare completamente concentrati. Perciò credo che abbiamo comunque disputato un'ottima stagione, nonostante i cambi di squadra».

Lo scontro tra gli Andrea
Una situazione analoga a quella che ha dovuto vivere anche la stessa Ducati, dopo aver deciso che sarebbe stato Dovizioso il prossimo compagno di squadra di Lorenzo e che Iannone avrebbe dovuto invece lasciare il team a fine anno: «Ovviamente, non è mai facile, quando hai in squadra due piloti velocissimi, decidere quale se ne debba andare – ammette il direttore sportivo Paolo Ciabatti – Sono d'accordo con quello che ha detto Lin: lo scenario ideale per ottenere risultati è quello della stabilità, per quanto riguarda le regole, la struttura del team e anche i piloti. Ma a volte bisogna agire, quando si presenta un'opportunità. Perciò, nel nostro caso, avendo la possibilità di ingaggiare Jorge ci siamo convinti a non poter perdere altro tempo. Poi la scelta di quale pilota affiancargli nel 2017 e 2018 non è stata facile, perché i due Andrea erano entrambi con noi dal 2013, hanno affrontato un periodo molto difficile nella loro prima stagione e insieme hanno aiutato la Ducati e Gigi a costruire una moto migliore. E penso che oggi la Desmosedici sia molto competitiva. È stata una decisione difficile, ma nella vita a volte bisogna prendere anche queste. Perciò abbiamo deciso che Andrea Dovizioso sarebbe rimasto. Pensiamo che lui e Lorenzo saranno un ottimo team per il futuro e ovviamente ci dispiace che Iannone se ne vada perché ci ha portato la nostra prima vittoria dal 2010, è un pilota molto veloce e sono sicuro che sarà competitivo anche con la Suzuki. Sarà uno dei nostri avversari più duri, ma questa è la vita e dobbiamo accettarlo».