23 aprile 2024
Aggiornato 20:30
Cessione Milan

Cessione Milan, è ora che qualcuno parli

La trattativa per la cessione del Milan ai cinesi continua ad essere avvolta nel mistero. Troppi conti non tornano, troppe risposte mancano, troppi dubbi aleggiano sull’operazione. Dall’altro lato ci sono Fassone e Mirabelli, professionisti esperti e non sprovveduti, che già lavorano per SES e quindi evidentemente qualcosa sanno.

MILANO - C’è chi ci crede ancora (sempre di meno, a dir la verità), chi ormai non ci spera più (frangia in crescita esponenziale), chi cerca di concentrarsi solo su quanto sta offrendo la squadra di Montella all’interno del terreno di gioco, proprio per non pensare a quanto ridicola sia diventata la faccenda della cessione del Milan ai misteriosi acquirenti cinesi. 

I punti interrogativi che si addensano sempre più minacciosi su via Aldo Rossi sono tanti. La cosa che lascia interdetti è che malgrado la pressante richiesta della nutrita schiera di giornalisti al seguito e un’opinione pubblica in speranzosa attesa di chiarimento, nessuno tra la Cina e Milano si stia preoccupando minimamente di diradare la coltre di nebbia che ormai ha avvolto questa squinternata operazione. 

Le promesse fatte

Buffo è che per ogni rinvio, ritardo, posticipo, slittamento, c’è qualche promessa fatta dai sedicenti nuovi investitori cinesi, che poi puntualmente viene disattesa senza che nessuno batta ciglio. Come se tutto questo grottesco andazzo fosse ineluttabile per lo sviluppo di una trattativa come questa. Ad esempio, prima di ottenere da Fininvest la proroga al 3 marzo 2017, ci era stato assicurato che Sino-Europe Sports avrebbe dovuto fornire, oltre all’ulteriore caparra di 100 milioni da versare nelle casse di Berlusconi entro il 12 dicembre, anche prove evidenti dei restanti 320 milioni, in un conto vincolato intestato alla stessa Fininvest. A domanda precisa rivolta ai diretti interessati però nessuno ha risposto. 

Il problema dei soldi

Le questioni maggiormente a cuore ai tifosi milanisti però non finiscono qua. Ad esempio, com'è possibile che le autorizzazione siano arrivate così in fretta, sia per la prima doppia tranche da 15 + 85 milioni, sia per la seconda da altri 100 milioni, mentre quelle per i restanti 320 milioni indispensabili per arrivare al closing, per un motivo o per l’altro, non riescono mai ad arrivare? Il dubbio che non si tratti di autorizzazioni mancanti, ma proprio di assenza di fondi, è concreto. 

Chi sono?

Anche perchè continua a mancare la risposta all’interrogativo più pressante: chi sono questi cinesi? Prima l’indagine approfondita della Gazzetta con Marco Iaria inviato in Cina per scoprire qualcosa su Sino-Europe Sports; poi Marcello Lippi che in Cina vive da diversi anni; per ultimo Jochen Lösch, nuovo ceo di MP&Silva, la compagnia internazionale che distribuisce i diritti televisivi degli sport più popolari in circa 500 emittenti nel mondo. Tutti concordi su un punto: nessuno conosce il consorzio SES e soprattutto nessuno ha mai sentito nominare il frontman della cordata, Yonghong Li. Gli osservatori esterni sono perplessi e i tifosi del Milan sempre più preoccupati: come si fa a rassicurare il mondo del calcio sulla solidità e la potenza economica di questa inafferrabile cordata sfuggente come un’anguilla?

Qualcuno ha le risposte

In questo rebus dai contorni sempre più ambigui, stona - e parzialmente rassicura - la presenza di due stimabili e onesti professionisti, tutt’altro che sprovveduti, come Marco Fassone e Massimiliano Mirabelli. I due dirigenti, già sotto contratto con Sino-Europe Sports per diventare a closing avvenuto rispettivamente il nuovo amministratore delegato e il futuro direttore sportivo dell’Ac Milan, sono già al lavoro per il club rossonero da diverse settimane. È lecito supporre che almeno loro sappiano qualcosa in più di quello che sappiamo noi. E allora perchè non raccontarlo pubblicamente? Il popolo rossonero non ne può davvero più di vivere in questa situazione di precarietà insopportabile, è ora che qualcuno se ne renda finalmente conto.