Ancora accuse di scorrettezza: Vettel contro Verstappen, Alonso contro Seb
Il testacoda di inizio gara ha costretto il ferrarista a lottare a centro gruppo. E ha sbattuto fuori pista Fernando, per poi essere superato al limite del regolamento da Max. Finisce dopo 18 giri il Gran Premio di Raikkonen per incidente

SAN PAOLO – Quando una gara proibitiva come il Gran Premio del Brasile di oggi, tormentato dalla pioggia e dagli incidenti, comincia in salita, è difficile ribaltare la situazione: «Ovviamente non è stato il giorno perfetto: a inizio gara mi sono girato per colpa dell’aquaplaning, ma non sono stato l’unico. Almeno non sono andato a sbattere...». Sebastian Vettel, però, ci ha provato fino in fondo: «Alla fine credo di aver fatto una bella rimonta: è stato difficile recuperare, ho fatto fatica a superare Sainz – racconta – Non so perchè ho impiegato molti giri prima di iniziare a sentirmi davvero a mio agio in macchina, ma ormai era troppo tardi». C'è però chi ha rimontato ancora meglio di lui, ed è stato il solito Max Verstappen: nella gara più difficile dell'anno, il talentino della Red Bull ha messo in scena una guida magistrale, rimontando dal quattordicesimo posto (dove si era ritrovato per colpa della sua squadra che aveva deciso di montargli le gomme sbagliate, quelle intermedie) fino al terzo in appena dodici giri sotto il diluvio. Tra gli avversari abbattuti come birilli dal giovane olandese c'è stato anche Seb, superato alla Juncao con annesse proteste via radio del ferrarista. Che ormai stanno diventando un'abitudine, specialmente quando di mezzo c'è Verstappen: «Eravamo fianco a fianco e lui mi ha visto – spiega Vettel – Avevo ancora parte del mio muso davanti, ma lui era più veloce e arrivati in curva mi ha passato. Non è stato un sorpasso difficile, ma non credo sia stato del tutto corretto».
Alonso minaccia Vettel
E pensare che c'è chi invece di scorrettezza ha accusato proprio lui, Sebastian Vettel. Si tratta dell'ex ferrarista Fernando Alonso, che si è ritrovato ai ferri corti con il suo successore nella battaglia per il settimo posto: il tedesco lo ha infilato all'interno della curva 11 e lo spagnolo è dovuto finire fuori pista per evitare il contatto, perdendo così la posizione. «C'era la via di fuga in asfalto, l'ho usata e non è successo niente – ha ringhiato Nando – Ma se lì ci fosse stato un muro, o mi sarei schiantato o sarei andato addosso a lui. E probabilmente la prossima volta farò proprio così: gli andrò addosso, e lui perderà più punti di me. Magari così si renderà conto che la pista è di tutti, non solo sua».
Schianto Raikkonen
Ancora peggio è andata all'altro portacolori della Rossa, Kimi Raikkonen, che di un incidente è stato protagonista davvero, ma ha fatto tutto da solo. Dopo soli diciotto giri, alla ripartenza dopo la safety car, è slittato sull'acqua ed è andato dritto contro il muro esterno. E per fortuna che nessun'altra macchina lo ha centrato quando è stato sbalzato di nuovo in piena traiettoria: «Non ci ho potuto fare nulla, con queste gomme si rischia troppo l'aquaplaning, anche quando non piove moltissimo – se la prende Iceman – L'ho segnalato molte volte, poi dipende anche dal circuito, e la sezione in salita per me era troppo bagnata per correre. Dieci-dodici anni fa avevamo gomme che riuscivano a gestire la pioggia, ora se ci sono pozze in pista l'aderenza diventa zero». Così, che si dia la colpa alla pioggia, agli avversari o alle Pirelli, anche a San Paolo alla Ferrari non resta che recriminare per il magro bottino finale: un semplice quinto posto.
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