28 marzo 2024
Aggiornato 19:30
Si chiude l'indagine sul Gran Premio del Messico

Sebastian Vettel la fa franca: graziato per il suo «vaffa...»

Le scuse presentate di persona e per lettera al direttore di gara Charlie Whiting, destinatario dei suoi insulti via radio, hanno convinto la Federazione a non procedere con ulteriori sanzioni nei confronti del pilota della Ferrari

Sebastian Vettel con il suo ingegnere di pista Riccardo Adami
Sebastian Vettel con il suo ingegnere di pista Riccardo Adami Foto: Ferrari

ROMA – Inchiesta archiviata, almeno per stavolta. È uscito pulito, Sebastian Vettel, dall'indagine aperta nei suoi confronti dalla Federazione internazionale dell'automobile. Il ferrarista era infatti finito nel mirino per i ripetuti insulti rivolti via radio (ma trasmessi anche in diretta televisiva) al direttore di gara Charlie Whiting, che aveva invitato senza mezzi termini ad andare a «fan...o», poiché quest'ultimo non aveva tempestivamente costretto Max Verstappen a cedergli la posizione dopo il taglio irregolare della chicane. A gara ultimata, i commissari hanno in effetti penalizzato il giovane olandese di cinque secondi, ma le veementi proteste della Red Bull per il linguaggio offensivo usato dal rivale hanno portato i federali ad indagare anche sulla possibile violazione della regola che proibisce «le parole, le azioni o gli scritti che causino danni morali alla Fia, ai suoi membri o ai suoi ufficiali».

Scuse accettate
Prima ancora che i giudici del tribunale internazionale della Fia venissero chiamati a sentenziare sul caso, però, è stato lo stesso Vettel a muoversi per riparare al suo errore, scusandosi con Whiting e con il presidente della Federazione Jean Todt dapprima di persona e poi tramite una lettera formale, in cui preannunciava anche la sua intenzione di contattare Verstappen per un ulteriore chiarimento. E proprio questi gesti di correttezza da parte del quattro volte campione del mondo hanno convinto i vertici del Mondiale a non procedere con ulteriori punizioni nei suoi confronti: «Alla luce di queste sincere scuse e di questo forte impegno a far sì che incidenti del genere non si ripetano, il presidente della Fia ha deciso, in via eccezionale, di non intraprendere azioni disciplinari contro Vettel e di non portare la questione di fronte al tribunale internazionale», si legge nel comunicato stampa ufficiale diramato ieri dalla Federazione. Ma la stessa nota precisa che, se episodi del genere dovessero ripetersi, i giudici non saranno altrettanto clementi: «La Fia condannerà sempre l'uso di un linguaggio offensivo nell'automobilismo, specialmente se diretto ai commissari o agli altri concorrenti, e si aspetta che tutti i piloti siano rispettosi e consapevoli dell'esempio che rappresentano per il pubblico e in particolare per le giovani generazioni. In caso di incidenti futuri simili a quello avvenuto in Messico, si procederà con azioni disciplinari». Per questa volta, in compenso, Sebastian Vettel può tirare un sospiro di sollievo: se la Fia fosse stata più severa, avrebbe rischiato fino a un Gran Premio di sospensione dalle corse.