19 marzo 2024
Aggiornato 06:30
A Maranello si guarda al futuro

La Ferrari getta la spugna per il 2016: «È ora di lavorare per il prossimo anno»

Inutile continuare ad inseguire premi di consolazione per questa fallimentare stagione: il team principal Maurizio Arrivabene si è finalmente convinto ad utilizzare gli ultimi tre Gran Premi per fare esperimenti sulla nuova vettura

Sebastian Vettel in azione
Sebastian Vettel in azione Foto: Ferrari

CITTÀ DEL MESSICO – Alla fine se ne sono resi conto anche loro. Hanno trascorso buona parte dell'anno a porsi obiettivi via via più modesti: diventare campioni del mondo, poi vicecampioni, poi portare a casa almeno una vittoria. Ma ora che anche il secondo posto in classifica costruttori è volato via in direzione Red Bull, e che negli ultimi nove Gran Premi è arrivata la miseria di un podio (il terzo posto di Sebastian Vettel a Monza), gli uomini della Ferrari hanno finalmente deciso di farsene una ragione. La stagione 2016 è andata (male). Ora meglio pensare al futuro. L'accanimento terapeutico su una vettura ormai morente come la SF16-H si è rivelato inutile quanto frustrante: molto meglio, piuttosto, iniziare a concentrarsi sulla monoposto nascitura, quella del 2017. I progettisti, naturalmente, sono al lavoro ormai da mesi per disegnarla, anche perché la rivoluzione del regolamento tecnico (più carico aerodinamico e gomme più larghe) ha imposto di ripartire sostanzialmente da un foglio bianco. Ma, a partire dal Gran Premio del Messico di questo fine settimana, i vertici di Maranello hanno deciso di fare un ulteriore passo in avanti su questo fronte: non si limiteranno a studiare le forme della nuova creatura sul computer, ma le inizieranno a sperimentare sul campo, in pista. Trasformando le ultime tre gare in una sorta di lunghissimo test.

Gare laboratorio
«Dobbiamo guardare alla situazione generale – ha fatto il punto il team principal Maurizio Arrivabene la sera stessa dell'ultima corsa ad Austin – Se volessimo risolvere i problemi di questa stagione staremmo solo perdendo tempo per la prossima. Per questo ci siamo concentrati su piste veloci come Suzuka (dove in effetti la Ferrari ha mostrato prestazioni più convincenti, ndr), perché lì possiamo raccogliere dei dati per l'anno nuovo. In questa fase del campionato qualsiasi altra decisione non avrebbe alcun senso. Tecnicamente saremmo ancora in corsa per il secondo posto tra i costruttori, ma credo che tutte le squadre useranno le prossime gare per portare in pista soluzioni in chiave 2017». Un'analisi che non fa una piega: semmai, verrebbe da chiedersi perché ci sia voluto tanto tempo prima di arrivarci. Ora, però, la strada è segnata, e questa decisione sembra avere avuto anche il positivo effetto collaterale di ricompattare, verso l'obiettivo comune, una squadra che fino a qualche settimana fa appariva sull'orlo di una crisi di nervi. «Il team ha dimostrato di saper sopportare anche i momenti di pressione – sottolinea il numero uno sportivo della Rossa – come quelli che ci sono accaduti di recente. Hanno parlato anche di una mia cacciata, ma la risposta che posso dare è solo una: concentrarmi sul lavoro per puntare a buoni risultati. Per il resto è sicuramente un'operazione di destabilizzazione, ma se lo sai ti comporti di conseguenza e certe stupidaggini le lasci a chi le mette in giro».

Un test fondamentale
Di avvicendamenti, infatti, ce ne sono già stati abbastanza, e anche ai piani alti, come quello dell'ormai ex direttore tecnico James Allison, proprio nei mesi cruciali della nascita della futura monoposto. Ma nemmeno questi inconvenienti hanno scalfito la convinzione di Sebastian Vettel: «Credo che la progettazione della prossima vettura sarà una sfida per tutti, per via dei nuovi regolamenti, e perché ci saranno tante cose su cui concentrarsi – spiega il pilota tedesco – Abbiamo iniziato a lavorare sul nuovo progetto con un gruppo di persone, e non è stato comunque facile per la squadra digerire la partenza di Allison, visto il ruolo che ricopriva. Ciononostante, non credo che questo aspetto possa avere un grande impatto sul progetto che va avanti della nuova monoposto. La mia sensazione? Penso che le cose stiano migliorando, sono in questa squadra da quasi due anni e le cose stanno andando molto meglio. Ovviamente, sarebbe bello avere subito grandi risultati, ma non ci confrontiamo con Topolino e Paperino... Non siamo dove vorremmo, è chiaro, e penso che siamo i primi a criticare noi stessi, ma sono abbastanza sicuro che le cose stiano andando bene: siamo sulla strada giusta». I prossimi tre Gran Premi, come detto, porteranno la Scuderia ulteriormente avanti su questa strada. Un altro passo in più sarà quello del test post-campionato che si terrà il martedì successivo al GP di Abu Dhabi, dove la Ferrari scenderà in pista insieme a Mercedes e Red Bull per l'ultima convalida delle nuove gomme Pirelli. «Saranno test molto molto importanti, per questo vogliamo i nostri piloti ufficiali in pista, senza nulla togliere ai test driver», conferma Arrivabene. «Un test molto vicino a ciò che vedremo nel 2017», chiosa Vettel. Insomma, anche psicologicamente, è tempo di mandare in archivio le delusioni di quest'anno, e il più in fretta possibile. La prossima stagione potrebbe, e dovrebbe, essere quella della riscossa. Stavolta senza più sbagliare.