Macché complimenti per il titolo: gli uomini di Rossi stroncano Marquez
Davanti alle telecamere Valentino rilascia dichiarazioni sportive nei confronti del suo avversario che ha appena vinto il Mondiale. Ma il vero stato d'animo è forse quello che emerge dalle parole delle persone più vicine a lui
ROMA – Perdere il Mondiale con quattro gare di anticipo è stato già di per sé un brutto colpo al morale di Valentino Rossi e dei suoi. Perderlo con una caduta ha solo aumentato il rammarico. Ma perderlo a favore di Marc Marquez, il colpevole numero uno del biscotto dello scorso anno, non è proprio andato giù al clan dei valentiniani. Come dimostrano le stoccate che non gli risparmia nemmeno papà Graziano Rossi: «Marquez? Raccoglierebbe le firme per non far correre Valentino, se potesse». Negli stessi giorni in cui il Dottore riconosce sportivamente la sconfitta e fa i complimenti al vincitore, insomma, le persone a lui più vicine non spendono parole altrettanto gentili per il neo iridato: «Quando i due piloti che gli stanno più vicini, Valentino e Lorenzo, sono dietro di lui e cadono non c’è bisogno di essere dei grandi ragionieri per vincere il Mondiale – prosegue il padre d'arte – C’entrano anche le prestazioni degli altri. Da parte di Valentino devo dire che il titolo era già perso da tempo. Correrà le prossime gare come ha corso le ultime due, per fare meglio possibile, è l’unica soddisfazione che si può togliere. Sarebbe interessante arrivare davanti a Lorenzo in classifica, però quando corri per vincere, il secondo posto non conta quasi niente. Non te ne frega molto e non modifica il tuo modo di guidare. Sia Vale che Jorge correranno per vincere, così come Marquez. Le prossime tre gare diventano quasi un campionato a parte».
Nemico pubblico numero uno
La realtà è che il campionato perso nel 2015 (e soprattutto il modo in cui lo ha perso) brucia ancora alla famiglia sportiva del numero 46. «È stato difficile – rincara la dose Uccio, all'anagrafe Alessio Salucci, amico di una vita e braccio destro di Rossi – Dico sempre a Valentino che quello che è successo l'anno scorso non si può dimenticare, e non lo dimenticheremo per tutta la vita. È stata una grande rabbia e dobbiamo imparare a conviverci. Come ha detto Vale, la gente a casa non riesce a capire quanto costa disputare un campionato, 18 gare a questo livello. L'energia che si spende è incredibile, questo sport diventa la tua vita. Valentino ogni giorno si allena sette ore, fa molti sacrifici per giocarsi il Mondiale, e se lo perde il calo psicologico è grande. Se poi lo perde come l'anno scorso, ancora di più. Solo con le prime vittorie di quest'anno Valentino è tornato a essere più rilassato, a sorridere davvero e ad apprezzare questo sport e questo lavoro. Grazie a dio siamo un grande gruppo e gli restiamo vicino sia a casa sia alle gare». Cominciò tutto esattamente dodici mesi fa, proprio a Phillip Island, dove si correrà il Gran Premio di questo fine settimana. E cominciò tutto per colpa di Marc Marquez, che si mise in testa di ostacolare la corsa del tavulliese: «L'ho scoperto io per primo e l'ho mostrato a Valentino quando è finita la gara – prosegue Uccio al quotidiano sportivo spagnolo Marca – Gli ho detto: 'Guarda, qui è successo qualcosa di molto strano. Si è messo in mezzo'. Guardando la gara in diretta poteva sfuggire, ma analizzandola no. L'ho detto a Vale, che è più esperto di me e anche lui se n'è accorto. È stato un comportamento molto brutto e antisportivo: questo non lo dico io, lo dicono anche gli spagnoli. All'inizio in Spagna dicevano di no, poi... Le gente non è stupida. Pensa e analizza. Io non ho mai creduto nell'amicizia tra Valentino e Marquez. Non mi è mai piaciuto, anche quando diceva che lui da bambino aveva in camera il poster di Valentino. Io dicevo a Vale: 'Ognuno deve andare per la sua strada' e lui non era tanto d'accordo, ma alla fine avevo ragione io, da fuori le cose si vedono meglio. Sono qui da 20 anni, ho visto molti piloti e so chi è sincero. Come me, che dico sempre quello che penso».
Nove Mondiali e mezzo
Ma prendersela solo con Marquez non basta. La realtà è che quella del decimo titolo sembra diventata una vera e propria maledizione per Valentino Rossi, che lo insegue senza successo ormai da sei stagioni consecutive: «Sarebbe la gioia più grande, se lo merita – sostiene Uccio – Lo rincorre da anni. Per me abbiamo vinto nove titoli e mezzo, quello dello scorso anno è anche un po' nostro. Anche un po' mio, anche se non è vero. Per quello che è successo nel 2015, Valentino si merita ancora di più il decimo. Faremo di tutto per raggiungere questo obiettivo. Per me, la carriera di Valentino senza il decimo titolo sarebbe diversa, come se non fosse completa. Vogliamo il decimo titolo». D'altronde, a dispetto dell'anagrafe, un Vale così di tempo per portarlo a casa ne ha ancora parecchio: «Non è ancora il momento di pensare al ritiro! – chiosa l'amico – E anche dopo, secondo me, continuerà a stare nel mondo dei motori, ma non farà il capo di un team. Magari come pilota di rally, o di Gt, non ce lo vedo a fare quello che hanno fatto Gresini o Cecchinello».
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