27 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Calcio - Serie A

Cessione Milan, è il gran giorno di Galatioto

L’arrivo del manager italo-americano era già previsto nell’ottica di una chiusura della trattativa il 15 giugno. Ma a questo punto l’incontro con i vertici Fininvest può rivelarsi decisivo per capire se Berlusconi è realmente ancora intenzionato a cedere oppure no.

MILANO - Cresce l’attesa tra i tifosi rossoneri. Annunciato in pompa magna come decisivo per il superamento dell’evidente impasse creatasi nella trattativa per la cessione del Milan ai cinesi, l’arrivo di Salvatore Galatioto, per gli amici Sal, nel capoluogo milanese profuma di strappo importante, ma non comunque risolutivo.

Nella mattinata di oggi il broker italo-americano, advisor della cordata asiatica interessata all’acquisto del pacchetto di maggioranza del club di via Aldo Rossi, coadiuvato dal suo braccio destro Gancikoff, incontrerà i vertici Fininvest, nell’ordine l’ad Cannatelli, il direttore generale Pellegrino e il direttore Business Development Franzosi.

Meeting già previsto

Nelle ultime ore il pensiero ricorrente tra i fans milanisti era uno solo: se Galatioto si muove dagli Stati Uniti è solo per chiudere. Una teoria condivisibile a metà. Perché è vero che l’importante uomo d’affari americano è solito lasciare le incombenze preliminari ai suoi collaboratori per poi definire personalmente le trattative, ma è emerso che l’incontro di oggi era già fissato da tempo proprio perché - se i tempi fossero stati rispettati - oggi 13 giugno saremmo a due giorni dalla definitiva conclusione della trattativa.

Tutti i dubbi di Silvio

Come siano andate le cose lo sappiamo tutti. Prima i dubbi di Silvio Berlusconi sulla sua reale volontà di privarsi dell’amata creatura rossonera, poi i problemi di salute che costringeranno il presidente del Milan ad un delicato intervento al cuore nella giornata di martedì, ed ecco che il termine ultimo fissato per il 15 giugno è slittato inesorabilmente al 30.

Sal Galatioto però ha ritenuto opportuno tenere fede agli accordi precedentemente presi ed è lo stesso arrivato a Milano per incontrare i suoi interlocutori. Principalmente per mettere in chiaro i punti di contrasto emersi negli ultimi giorni che hanno indotto Berlusconi a quel triplo carpiato all’indietro che ha gelato gli entusiasmi non solo degli imprenditori cinesi, ma di tutto il popolo milanista.

Due problemi da risolvere

Le questioni chiave sono essenzialmente due, la prima riguarda le garanzie di investimenti su base quinquennale chiesti da Silvio Berlusconi, la seconda il ruolo dei vertici attuali del Milan - lo stesso presidente rossonero, ma anche la figlia Barbara e l’altro ad Adriano Galliani - nella nuova ipotetica società guidata dai nuovi proprietari. 

È opinione sempre più diffusa che i due ordini di problemi accatastatisi sul tavolo delle trattative in via Paleocapa, sede della Finivest, non siano altro che dei pretesti costruiti ad arte da Berlusconi per rispedire al mittente l’offensiva cinese e tenere il Milan tutto per sè. Sensazione che deve aver avvertito anche Galatioto, ecco spiegato il perché della sua visita a Milan a 17 giorni dal nuovo termine fissato per la scadenza dell’opzione in esclusiva ai cinesi. 

Visita decisiva

L’obiettivo principale dell’uomo d’affari italoamericano adesso è quello di provare a dare una scossa alla trattativa dopo la frenata degli ultimi giorni, ma anche capire se esistono ancora gli estremi per una positiva conclusione dell’operazione oppure se i segnali che trapelano da Arcore - resistenza a oltranza - rispondono alla concreta volontà di Silvio Berlusconi.

In questo caso la visita di Galatioto a Milano potrebbe davvero essere decisiva, ma solo per mettere la parole fine a questa trattativa, chiudere il tavolo delle trattative e sferrare la mazzata decisiva alle speranze di rivoluzione societaria del popolo rossonero, ormai sempre più flebili.