27 agosto 2025
Aggiornato 22:30
In Casa Milan c'è aria di ribaltone

Cessione Milan: la curiosa strategia di Berlusconi

Il 15 giugno, termine ultimo per cedere il Milan alla cordata cinese, si avvicina ma la nebbia che avvolge questa trattativa è sempre più fitta. Berlusconi mira a restare al suo posto di presidente, per questo continua a fare melina e il rischio che alla fine decida di mandare tutto all’aria è sempre più concreto. E c’è perfino chi torna a parlare di Mister Bee.

MILANO - In Casa Milan c’è aria di ribaltone, ormai è fin troppo evidente. Ciò che però ancora risulta di difficile lettura è la tempistica di questa rivoluzione annunciata in via Aldo Rossi. È vero che l’accordo in esclusiva siglato tra la proprietà rossonera e i nuovi potenziali acquirenti cinesi scade il 15 giugno e quindi entro quella data dovrebbe essere fatti i giochi, ma sono sempre più forti le indiscrezioni che parlano di possibili ulteriori ritardi sulla conclusione dell’operazione. Facciamo allora un po’ di chiarezza sulla cessione del pacchetto di maggioranza dell’Ac Milan, ormai decisa dai vertici Fininvest, un po’ meno da Silvio Berlusconi.

Tutto già deciso
Tutti i tasselli sembrano essere definitivamente al loro posto. C’è la cifra pattuita (700 milioni di euro di valutazione del club, compresa la quota dei debiti societari che ammontano a circa 240 milioni), c’è la percentuale di azioni che dovrebbero essere cedute (il 70% subito, il restante 30% entro i prossimi 24 mesi), ci sono i nomi degli acquirenti (Silvio Berlusconi ha finalmente preso conoscenza degli investitori cinesi, 6-7 società tra le quali sembra sicura la presenza di Evergrande, il secondo fondo cinese che si occupa di vendite immobiliari).

Due punti da chiarire
Da chiarire al momento ci sono solo due aspetti, di vitale importanza per vincere le ultime resistenze di Silvio Berlusconi e convincerlo a cedere. Il primo riguarda i ruoli nella nuova società degli attuali vertici del club (Berlusconi vuole restare presidente onorario per i prossimi 3 anni, ma pretende anche che Barbara resti ancora in società a far parte del cda e Galliani mantenga il pieno controllo del mercato rossonero); e poi  l’impegno dei nuovi proprietari a garantire un piano pluriennale di investimenti per il potenziamento della squadra. Aspetto sul quale l’attuale numero uno rossonero sembra non voler transigere e a questo proposito l’advisor Galatioto e già al lavoro per offrire tutte le rassicurazioni da recapitare ad Arcore.

L’indecisione di Silvio
Tutto sistemato, quindi? No, non proprio. Perché la trattativa vada in porto manca ancora qualcosa: la firma di Silvio Berlusconi, apparentemente scontata visto il punto al quale siamo arrivati, concretamente molto meno, come confermano tutti coloro che negli ultimi giorni sono stati accanto al presidente rossonero ed hanno monitorato la sua palpabile insofferenza al pensiero di privarsi dell’amata creatura, il Milan. Ecco perché, malgrado da entrambe le parti si continui a professare grande fiducia per un positivo esito dell’operazione, la variabile impazzita del cambio di idea di Berlusconi è sempre da tenere in conto.

A volte ritornano
E a sparigliare ulteriormente le carte in tavola dei malcapitati cronisti alla disperata ricerca di un segnale che faccia luce sulla questione, ecco rimbalzare da fonti vicine ad Arcore l’indiscrezione secondo cui Silvio Berlusconi starebbe lavorando sotto traccia ad un clamoroso colpo di scena: il ritorno di Bee Taechabol al tavolo delle trattative. Al momento si tratta solo di sussurri, anche perché - come già ricordato - tra Fininvest e l’advisor Galatioto per conto degli investitori cinesi è stato firmato un accordo di esclusiva almeno fino a metà giugno. Ma non sono da escludere clamorose sorprese. 

E intanto il povero tifoso milanista è sempre più sull’orlo di una crisi di nervi.