20 aprile 2024
Aggiornato 10:30
Suona la carica dopo le prove libere

A Barcellona la miglior Ferrari della stagione

Analizzando i tempi del venerdì spagnolo, l'aggancio alla Mercedes sembra cosa fatta. Vettel ottimista: «Ci spero». Raikkonen realista: «Aspettiamo domani». Arrivabene ci crede: «La vittoria è possibile»

Kimi Raikkonen in azione nelle prove libere a Barcellona
Kimi Raikkonen in azione nelle prove libere a Barcellona Foto: Ferrari

BARCELLONA – Guardando solo alle classifiche, il venerdì della Ferrari sembra una giornata a due facce. Prima il grande entusiasmo per la doppietta al mattino, con Sebastian Vettel più veloce di tutti, davanti a Kimi Raikkonen. Poi il passo indietro nel pomeriggio, quando Raikkonen ha confermato la seconda posizione, ma alle spalle del solito Nico Rosberg, mentre Vettel è arretrato addirittura al quarto posto. Siamo di fronte al solito copione, insomma, con le Mercedes stabili davanti al Cavallino rampante? Non proprio. Ad un'analisi più attenta dei tempi, infatti, si scopre come i rapporti di forza tra le due squadre grandi rivali sono molto più equilibrati di quanto potrebbe apparire a prima vista. Mentre il leader del Mondiale ha tirato giù un buon mezzo secondo tra il primo e il secondo turno, infatti, entrambi i ferraristi sono stati più lenti nel pomeriggio che in mattinata. Se si confronta il miglior tempo di Rosberg nelle seconde libere con quello stabilito da Vettel nelle prime, la parità è sostanziale: 1:23.922 per Nico, 1:23.951 per Seb. Dunque la Rossa ha effettivamente il potenziale per staccare dei tempi analoghi a quelli delle frecce d'argento. Anche il confronto sul passo gara dà un risultato analogo: quello di Rosberg sembra oscillare intorno all'1:29 medio, quello di Vettel può scendere addirittura sull'1:28 alto.

Il distacco si assottiglia
Riassumendo? Nonostante il venerdì di Barcellona non sia stata «la migliore delle giornate» per la Ferrari, come conferma lo stesso Sebastian Vettel, la SF16-H è apparsa invece la più forte vista finora. «Al mattino è andata bene, al pomeriggio un po' meno – racconta il pilota tedesco – In generale le cose non vanno male, ma è solo venerdì, dobbiamo sospendere i giudizi. La prima impressione del passo è stata positiva, ora dobbiamo confermarla domani. Ho fiducia che potremo fare dei passi avanti e spero di essere effettivamente più vicino alla Mercedes». Più cauto, come è sua natura, il compagno di squadra Iceman: «Non sono soddisfatto al 100%, ma ci sono vicino, anche se è difficile dire cosa aspettarsi per domani – nicchia Kimi – Voi giornalisti volete fare previsioni ogni venerdì, ma bisognerà attendere domani per vedere i tempi. Noi ci siamo limitati a svolgere il nostro normale lavoro del venerdì e stanotte faremo la stessa cosa, studiando i dati. Speriamo che questo ci permetta di migliorare e di essere più forti domani».

Vettel vent'anni dopo Schumi?
Che tuttavia lo spirito di squadra a Maranello sia alto almeno quanto la fame di vittoria lo testimonia la difesa d'ufficio che Vettel riserva al suo team principal Maurizio Arrivabene, oggetto in settimana di diverse voci sul suo possibile licenziamento anticipato: «Come capo e leader del team sta facendo un ottimo lavoro – dichiara Seb – È un punto di riferimento per tutti i ragazzi perché passa molto tempo a lavorare con loro, non solo qui in pista ma anche a Maranello. So che ci sono state delle voci su di lui ultimamente, ma sono tutte ca...ate: siamo molto contenti che sia con noi». Ed è proprio Arrivabene, nella successiva conferenza stampa, ad accendersi quando gli si fa notare che il miglior tempo di Raikkonen, rispetto alle prove libere di un anno fa su questo stesso circuito, sia migliorato di tre secondi. Un'enormità. «Il problema è che la Mercedes resta più veloce di noi – sorride – Abbiamo un programma di sviluppo che stiamo portando avanti, lavorando sodo. Dire che sono ottimista sarebbe troppo, viste le prime quattro gare, ma onestamente abbiamo avuto anche sfortuna. A Melbourne la vittoria era assolutamente possibile, e pure in Bahrein potevamo farcela. Insomma, siamo capaci di vincere, anche se questa Mercedes è la più forte degli ultimi anni. Batterla sarebbe fantastico: dobbiamo continuare a lavorare, perché siamo fiduciosi che prima o poi ci riusciremo». Magari proprio qui a Barcellona, una pista che evoca un altro miracolo compiuto esattamente vent'anni fa da un altro campione tedesco a bordo di una Ferrari. Allora il primo pilota si chiamava Michael Schumacher e la corazzata imbattibile era la Williams di Damon Hill. Che Schumi, in un'epico Gran Premio sotto la pioggia, riuscì ad affondare salendo per la prima volta sul gradino più alto del podio vestito di rosso: «Michael è tutti i giorni nei nostri cuori, è un pezzo di storia della Ferrari – si commuove il manager bresciano – Mi ricordo bene quel Gran Premio di Spagna 1996: ero qui, in pista. E quella sera brindai con Schumacher. Un evento molto strano per me, che pur essendo italiano non amo il vino...».