Lorenzo e Marquez incassano l'umiliazione a domicilio
Jorge dà la colpa della sconfitta patita da Valentino alle gomme: «Mi hanno impedito di giocarmi la vittoria». Marc, invece, riconosce la superiorità di Rossi: «Oggi era ad un livello incredibile». Per loro il podio e tanto da recriminare

JEREZ DE LA FRONTERA – L'umiliazione brucia ancora di più perché è arrivata in Spagna. In casa, proprio davanti al loro pubblico. Su una pista tecnica, che somiglia un po' a un esame di maturità per i piloti. La stessa che, un anno fa, segnò l'inizio della riscossa di Jorge Lorenzo, di quella cavalcata che lo portò al titolo mondiale. Questa volta la storia della gara si è ribaltata. E chissà che non capiti lo stesso anche in campionato. In conferenza stampa, Por Fuera è di poche parole, ripete sempre la stessa versione come un disco rotto. E dà la colpa alle Michelin: «È stato un po' un peccato non riuscire a partire bene come nelle tre gare precedenti – racconta il maiorchino – Dal secondo posto non ho potuto guidare come avrei fatto se fossi stato in testa. Quando ho provato a passare Valentino ho frenato troppo forte, ho perso l'anteriore e non sono riuscito a sfruttare l'opportunità. Poi ho perso un po' di tempo e, quando finalmente stavo riuscendo a recuperare, la gomma posteriore ha iniziato a pattinare a centro curva, una problema che non mi era mai successo in MotoGP. A quel punto ho dovuto mollare. Questo guaio non mi ha dato la possibilità di lottare per il successo». Tanto vale pensare alla graduatoria generale, dunque: «Oggi avrei potuto approfittare dei problemi di Marc per vincere la gara, ma almeno il risultato è positivo per il campionato». Dove da Marquez ha ancora diciassette punti di distacco.
Chi si accontenta gode
Prova a guardare in prospettiva anche il due volte iridato della Honda, che del resto rimane in testa al Mondiale piloti anche dopo questo terzo posto. «Ci ho provato alla partenza, quando Dani mi ha superato l'ho subito ripassato – spiega – Poi ho avuto anche qualche opportunità di attaccare Jorge, ma mi sono reso conto che la gomma anteriore era troppo morbida. Il mio stile di guida non mi premiava con una temperatura così elevata: lo pneumatico si surriscaldava e non ho voluto rischiare. È stata una decisione difficile da prendere davanti ai miei tifosi, ma ho preferito incassare questi sedici punti che sono preziosi per il campionato. E prima della gara Nakamoto (vicepresidente della Honda Hrc, ndr) mi aveva detto: 'Per favore, arriva al traguardo'. Sapevamo che in questa gara la Honda non era al 100%, mentre Valentino era ad un livello incredibile». Un Marquez inedito, quello che abbiamo visto qui a Jerez: ragionatore, molto diverso dall'arrembante corsaro che cadeva a ripetizione dodici mesi fa. «Forse l'anno scorso mi sarei comportato diversamente, ma nel corso dell'inverno ho riflettuto molto – ammette – Dentro di me c'era una bella lotta tra il pensiero al campionato e la voglia di vincere. Non preoccupatevi, il vero Marc tornerà. Ma devo sentirmi completamente a mio agio e sicuro di poter giocare con la moto, mentre oggi non lo ero ancora come nel 2014. Devo restare tranquillo finché non raggiungerò quel punto». Un punto che invece Valentino Rossi sembra avere finalmente ritrovato.
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