25 aprile 2024
Aggiornato 23:00
Calcio - Serie A

Cessione Milan, la rivoluzione cinese minaccia Mr. Bee

Importante svolta nelle trattative che dovrebbero portare alla cessione di un pacchetto azionario dell’Ac Milan. Bee Taechaubol è sempre più fuori dai giochi e intanto prende forma una nuova cordata cinese, controllata dal governo di Pechino, intenzionata ad offrire 300 milioni di euro per il 50% della società. Puntuale la smentita di rito da parte di Fininvest.

MILANO - Clamoroso colpo di scena nella vicenda legata alla cessione dell’Ac Milan. Secondo il quotidiano La Repubblica, potremmo essere vicini a un ribaltone che avrebbe del sensazionale: addio a Bee Taechaubol e spazio ad un’altra cordata cinese pronta - ma stavolta per davvero - a mettere un bel po’ di milioni sul piatto delle trattative per l’acquisizione di un pacchetto azionario del club rossonero.

Che fine ha fatto Mr. Bee?
Si tratterebbe di una svolta di importanza capitale visto che la vicenda legata alla mega offerta dell’enigmatico Mr. Bee pare aver raggiunto un’empasse ormai intollerabile perfino al presidente Berlusconi, il primo ad aver caldeggiato l’opzione thailandese. La verità è che il broker di Bangkok, da parecchi esperti di questioni economiche bollato come un bluff senza precedenti, pare aver perso definitivamente credibilità dopo oltre un anno passato ad aspettare i suoi famosi 480 milioni di euro per acquisire il 48% del Milan.

La nuova offerta cinese
Ovvio che a Silvio Berlusconi l’ipotesi Taechuabol piacesse così tanto. Chi mai avrebbe potuto offrire cifre come quelle proposte da Mr. Bee, completamente fuori da ogni logica di mercato? Nessuno, appunto.
E infatti la nuova cordata cinese sembra si pronta ad investire sul Milan, ma a cifre decisamente inferiori rispetto a quelle di cui si è parlato finora.
300 milioni per il 50% dell’Ac Milan, ecco quanto questo misterioso gruppo imprenditoriale cinese, controllato dal governo di Pechino, avrebbe proposto alla Fininvest, per un valore complessivo dato al club di via Aldo Rossi di circa 630 milioni, cifra decisamente più congrua rispetto all’attuale valore del Milan.

Trattativa in stato avanzato
Pare che la trattativa con i «nuovi» cinesi sia in fase decisamente avanzata, con la Fininvest orientata ad accettare senza troppi patemi d’animo e Silvio Berlusconi invece perplesso e meditabondo. Il numero uno rossonero da una parte è ancora speranzoso di ricevere il famoso bonifico da parte di Bee Taechabol, dall’altra è preoccupato all’idea di cedere lo scettro del comando ad investitori esteri.

La rivoluzione cinese
Perché una cosa è certa, se la nuova cordata cinese dovesse spuntarla non sarà certo per accontentarsi di un ruolo defilato in società. Intanto si parla già di un’opzione d’acquisto per la maggioranza nei prossimi 24 mesi, ma soprattutto emerge l’intenzione di dare una bella risistemata ai vertici aziendali, soprattutto a quel mostro bicefalo rappresentato dai due amministratori delegati Barbara Berlusconi e Adriano Galliani.

Smentita Fininvest
Puntale è arrivata anche la precisazione da parte di Fininvest che per dovere di cronaca pubblichiamo: «Da alcune settimane stanno tornando a fiorire sui media presunti scoop su fantomatiche intese relative agli assetti societari del Milan. La Fininvest si vede quindi costretta ancora una volta a ribadire che, come più volte comunicato, parallelamente ai colloqui ancora in corso con mister Taechaboul è stato manifestato interesse per quote della società da parte di altri e autorevoli potenziali investitori.
Con alcuni di loro sono in corso contatti, in fase assolutamente preliminare. In ogni caso, non è mai stata in discussione la cessione di quote di maggioranza e la valutazione complessiva della società su cui si ragiona è in linea con le proposte di mister Bee.
Sulle eventuali ipotesi formulate dai vari soggetti interessati la Fininvest, se del caso, si limiterà come sempre ad approfondimenti di tipo esclusivamente tecnico, senza entrare in altri ordini di considerazioni. Com’è ovvio, ogni valutazione e decisione relative al Milan e ai suoi assetti societari spettano unicamente al presidente Silvio Berlusconi
».