La guerra di religione dei tifosi del Milan
Mihajlovic come Allegri, due allenatori accomunati da uno strano destino: quello di aver scatenato polemiche a non finire e aver provocato una spaccatura profonda all’interno della tifoseria del Milan. Eppure al popolo rossonero basterebbe tornare a vincere qualcosa per ricompattarsi e mettere al bando ogni tipo di contrasto interno.
MILANO - In principio fu Allegri. È stato l’allenatore livornese, nel recente passato, il primo a scatenare la passione più sanguigna del popolo milanista. Arrivato a Milanello senza aver alle spalle una storia rossonera da portare in dote, Massimiliano Allegri ebbe più di qualche difficoltà ad essere accettato, in primis dal presidente Berlusconi e come naturale conseguenza dai tifosi, tanto da dare vita inconsapevolmente a due partiti distinti e contrapposti: i fans del Conte Max e i nemici di Acciuga.
Quanto accanimento contro Allegri
Poi arrivò la conquista del tricolore che mise a tacere tutte le voci fuori dal coro, ma bastò poco - il secondo scudetto mancato per un soffio nella nefasta stagione marchiata dal famoso gol di Muntari - per ridare fiato ai diffidenti e provocare una rissa verbale che ha monopolizzato i social network per tre lunghe stagioni.
Anni difficili per i tifosi del Milan, impegnati ancor prima che a sostenere la squadra, a difendere la propria posizione dall’odiata fazione avversa. Così ogni partita persa o comunque giocata male rinvigoriva l’accanimento degli anti-Allegri, mentre ogni risultato positivo di Montolivo e compagni rinsaldava la posizione dell’attuale tecnico juventino nel cuore dei fans del diavolo, ammutolendo i criticoni a prescindere.
Seedorf e Inzaghi super partes
L’interregno di Seedorf e Inzaghi, due vecchi cuori rossoneri agevolati dalla loro lunga e felice militanza al Milan in maglietta e scarpini, ha per un anno e mezzo placato la guerra intestina tra i tifosi, ma è bastato l’insediamento a Milanello di un altro tecnico non di famiglia, per riaprire la battaglia.
Ora tocca a Mihajlovic suscitare l’amore-odio più viscerale tra i tifosi rossoneri.
Pro Mihajlovic o contro Mihajlovic?
Da una parte i nemici di Sinisa, divisi tra coloro che non l’avrebbero mai voluto sulla panchina del Milan dopo le sue sgraziate dichiarazioni di cinque anni fa («Io sono fatto così, forse sbaglio. Posso anche morire di fame, sarebbe difficile da rifiutare, ma se succedesse non potrei mai allenare il Milan. Ho passato quattro anni nell'Inter e sono interista») e quelli che invece sono comprensibilmente insoddisfatti del Mihajlovic allenatore per la qualità troppo spesso insufficiente del gioco offerto dal Milan.
Dall’altra i nuovi fans del tecnico serbo, ammaliati e affascinati da questo personaggio ammantato da un rigore marziale, un sergente di ferro arrivato a Milanello per castigare l’indolenza molesta dei calciatori rossoneri.
Manca un vero trionfo
Ora, partendo dal presupposto che la cosa più importante a cui i tifosi del Milan dovrebbero pensare è il successo della loro squadra del cuore, desta scalpore assistere a discussioni furiose tra appassionati della stessa maglia solo per affermare le proprie ragioni che spesso non hanno nulla di tecnico.
La verità, al di là delle guerre di religione tra tifosi uniti dalla medesima passione, è che ai fans del Milan manca da troppo tempo un sano successo, l’emozione liberatoria del trionfo, il lasciarsi andare alla gioia più sfrenata, libera da condizionamenti e vincoli ideologici. Una vittoria scaccia polemiche, capace di riunire dopo tanto tempo una tifoseria lacerata ed mortificata da anni di umiliante malagestione.
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