20 aprile 2024
Aggiornato 14:00
Campione senza freni

Dopo Schumi, Hamilton insulta pure Vettel

L'ennesima dichiarazione arrogante del pilota della Mercedes: «Non so quanto il ferrarista sia forte davvero: ha sempre avuto compagni di squadra scarsi. Io, invece, ho battuto Fernando Alonso...»

ROMA – Campione in pista lo è di sicuro. Ma anche in tema di gaffe, Lewis Hamilton non scherza. Chiamatela arroganza, o piuttosto spietata sincerità: fatto sta che il neo-tre volte iridato della Formula 1 continua a scatenare polemiche a ripetizione con le sue esplosive dichiarazioni. La scorsa settimana si è scatenato addosso le ire di tutti i tifosi di Michael Schumacher, lasciando intendere che i suoi sette titoli mondiali il pilota tedesco li vinse grazie a tattiche discutibili, mentre quelli di Hamilton sono frutto «solo del mio talento naturale». Oggi, con la sua ultima intervista alla rivista teutonica Sport Bild, il 30enne è riuscito a farsi benvolere in un colpo solo da tre suoi colleghi: Sebastian Vettel, Mark Webber e Kimi Raikkonen.

La frase al vetriolo
Questo colpo da maestro gli è riuscito con la risposta alla domanda dei giornalisti sul suo probabile sfidante al titolo 2016: «Vettel? Ho molto rispetto per lui, ma è difficile valutare davvero quanto sia forte – ha commentato il pilota l'anglo-caraibico – Non è mai stato in un team insieme a qualcuno come Fernando Alonso, ma sempre con piloti come Mark Webber, che non era al suo livello, o Kimi Raikkonen, che non è più al massimo delle sue prestazioni». Insomma, con un'unica frase ha dato del brocco a tre diversi avversari. Non sorprende che, già prima di questa intervista, il suo ex compagno di squadra alla McLaren Jenson Button avesse avvertito l'attuale leader della Mercedes del rischio di diventare troppo «arrogante» sulla scia dei suoi ultimi successi.

Arroganza o fiducia in se stesso?
Gli stessi giornalisti di Sport Bild, infatti, hanno posto a Hamilton anche una domanda sulla sua fiducia in se stesso evidentemente eccessiva: «Non la chiamerei fiducia in me stesso, ma estrema fede in me stesso – ha risposto il vincitore degli ultimi due Mondiali – Questa è la chiave del successo. Prima del mio debutto nel 2007, sapevo che sarebbe stata dura battere Fernando, ma sapevo anche che ce l'avrei potuta fare. Mi ricordo ancora che, prima della mia prima gara, Ron Dennis mi disse che non sarei dovuto essere troppo deluso se Alonso mi avesse rifilato una batosta. Ma io sapevo che non mi avrebbe battuto». Il resto, come si suol dire, è storia.